La Regione Piemonte, con una propria ordinanza, ha introdotto per le scuole l'obbligo di misurare la temperatura all’ingresso. Se l’istituto è impossibilitato, va presentata dalle famiglie una specifica autocertificazione, che attesta che è stata rilevata a casa. Nelle altre regioni non sono invece previste autocertificazioni, a parte in alcune - come il Veneto e lo stesso Piemonte - in cui è prevista un’autodichiarazione per la riammissione a scuola dopo assenza per motivi di salute non sospetti per Covid-19
Negli ultimi giorni sta facendo discutere la decisione del Piemonte di obbligare le scuole della regione a misurare la temperatura all’ingresso dell’istituto scolastico. La responsabilità della rilevazione è stata affidata dal decreto del governo alle singole famiglie, ma la Regione Piemonte, con una propria ordinanza, ha introdotto per le scuole l'obbligo di verificarlo. Se l’istituto non può farlo, va presentata dalle famiglie una specifica autocertificazione, scaricabile qui, che attesta che la temperatura è stata misurata a casa. Nelle altre regioni non sono invece previste autocertificazioni, a parte in alcune in cui è prevista un’autodichiarazione per la riammissione a scuola dopo assenza per motivi di salute non sospetti per Covid-19 (PRIMO GIORNO DI SCUOLA: IL RACCONTO - IL PODCAST SUL RIENTRO IN CLASSE).
Cosa dice l’ordinanza del Piemonte
Più nel dettaglio, l’ordinanza del Piemonte raccomanda a tutti gli istituti di misurare la temperatura agli alunni prima dell’ingresso a scuola. Qualora però l’istituto, per ragioni oggettive e comprovate, non fosse nelle condizioni di farlo, dovrà prevedere un meccanismo di verifica quotidiana per controllare che la temperatura sia stata effettivamente misurata dalla famiglia (attraverso una specifica autocertificazione che potrà essere fornita sul registro elettronico, sul diario, su un apposito modulo, su una chat di classe o in qualunque altro modo semplice scelto dalla scuola). Nel caso in cui uno studente dovesse presentarsi senza tale autocertificazione, la scuola avrà l’obbligo di misurare la febbre prima dell’inizio dell’attività didattica. In questa operazione gli istituti potranno avvalersi dei volontari delle associazioni, come Protezione civile e carabinieri. La Regione ha stanziato 500mila euro per sostenere le scuole nell’acquisto di termometri e termoscanner.
approfondimento
Primo giorno di scuola, cosa ha funzionato e cosa non è andato
Le autodichiarazioni in Piemonte e Veneto
Oltre all’autocertificazione richiesta in Piemonte, in altre Regioni è invece prevista un’autodichiarazione per la riammissione a scuola dopo assenza per motivi di salute non sospetti per Covid-19. La richiede anche lo stesso Piemonte, che ha predisposto delle linee guida con i medici, pediatri e con il sistema sanitario territoriale (nel link si trovano anche l’elenco dei referenti per l’ambito scolastico nelle Asl del Piemonte; il fac-simile di autodicharazione per l’assenza da scuola per motivi di salute non sospetti per Covid-19; il fac-simile di autodichiarazione per l’effettuazione del test diagnostico per Covid-19). Anche la Regione Veneto ha messo a disposizione un fac-simile di autodichiarazione per l’assenza da scuola per motivi di salute non sospetti per Covid-19.
leggi anche
Covid-19, Galli a Sky TG24: "Riconsiderare uso test rapidi a scuola"
L’autodichiarazione in Emilia-Romagna
La regione Emilia-Romagna invece ha fatto sapere che nel caso di sintomatologia non riconducibile al Covid-19, il pediatra di libera scelta (o medico di medicina generale) gestirà la situazione come normalmente avviene, indicando alla famiglia le misure di cura e concordando, in base all’evoluzione del quadro clinico, i tempi per il rientro in comunità. Come previsto dalla legge regionale del 2015, non è richiesta certificazione medica per la riammissione alla frequenza scolastica, né autocertificazione della famiglia.
leggi anche
Novara, preside in tuta d’astronauta: “Riaprire è un’impresa spaziale”
Il certificato del pediatra in tutte le regioni
Nelle altre regioni non sono previste autocertificazioni. Se si sospetta un caso di Covid-19, il pediatra o il medico di base valuterà se richiedere un tampone. In caso di esito positivo, il Dipartimento di sanità pubblica avviserà il referente scolastico Covid-19 e l'alunno rimarrà a casa fino alla scomparsa dei sintomi e all'esito negativo di due tamponi. In caso di negatività pediatra o medico, una volta terminati i sintomi, produrranno un certificato di rientro in cui deve essere riportato il risultato negativo del tampone. Nel caso di un alunno con sintomi non riconducibili a Covid-19, pediatra o medico gestiranno la situazione come normalmente avviene, indicando alla famiglia le misure di cura e concordando, in base all'evoluzione del quadro clinico, i tempi per il rientro in comunità. I certificati da parte dei pediatri dovranno tener conto, in molti casi, dei tempi di attesa per i risultati dei tamponi e questo, lamentano diversi medici della categoria, potrebbe contribuire a ritardare i tempi di ritorno in classe degli alunni.