Il sindacato si oppone all'ordinanza del ministro della Salute: "Abbiamo chiesto di avere le evidenze scientifiche del legame tra l'andamento dei contagi e la frequentazione delle sale da ballo"
Lo aveva annunciato e ora ha dato seguito alla sua promessa. Il Consiglio nazionale di Silb Fipe, l'associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e di spettacolo, riunitosi in videoconferenza il 17 agosto, ha deciso di intraprendere un ricorso urgente al Tar del Lazio contro l'ordinanza del ministro della Salute che impone la chiusura delle discoteche per fermare i contagi da Covid-19 (segui il LIVE).
Indino: "Non ci hanno dato evidenze scientifiche"
"Abbiamo chiesto di avere le evidenze scientifiche del legame tra l'andamento dei contagi e la frequentazione delle sale da ballo - ha affermato Gianni Indino, presidente regionale del Silb Emilia Romagna e membro della giunta nazionale -. Non abbiamo avuto risposte e ora chiediamo che siano date ai giudici. Noi vogliamo che ci sia data la possibilità di riaprire" le discoteche. "Tra l'altro - fa notare Indino - oggi si registra un numero di contagiati che è la metà di ieri, come è allora possibile? A Rimini, centinaia di migliaia di persone sono andati a ballare e non vi è stato nemmeno un contagio".
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Cosa prevede l'ordinanza
L'ordinanza prevede che siano sospese, all'aperto o al chiuso, le attività del ballo che abbiano luogo in discoteche, sale da ballo e locali assimilati destinati all'intrattenimento o che si svolgono in lidi, stabilimenti balneari, spiagge attrezzate, spiagge libere, spazi comuni delle strutture ricettive o in altri luoghi aperti al pubblico.
In fumo 4 miliardi di fatturato
La decisione del governo, presa il 16 agosto al termine del confronto con le Regioni, anche sull'onda del nuovo incremento dei contagi da coronavirus, aveva fatto discutere da subito. La preoccupazione riguarda soprattutto il danno economico relativo alla chiusura, stimato nell'ordine di 4 miliardi di euro, e alcune Regioni, tra cui la Puglia, avevano affermato la loro contrarietà all'ordinanza firmata da Speranza. “Ad oggi solo il 10% dei circa 3.500 locali ha riaperto ed è questo che crea problemi? Da domani si rischierà di più con l'abusivismo", aveva detto Indino, lamentando anche l'assenza di aiuti dal governo: "Finora non è arrivato un euro: ora chiederemo compensazioni, anche Iva al 4% e Cig ai nostri lavoratori".