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Pedopornografia, scoperta stanza delle torture nel deep web: denunciati due 17enni

Cronaca

Secondo un'indagine dei carabinieri di Siena, i due minorenni sono riusciti ad accedere, pagando in criptovalute, a siti nascosti per assistere a violenze sessuali e torture praticate in diretta da adulti su minori, interagendo con i protagonisti delle stesse violenze e richiedendo sevizie sui corpi dei bambini

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Sono riusciti ad accedere, pagando in criptovalute, a siti nascosti nel cosiddetto deep web, e qui assistevano a violenze sessuali e torture praticate in diretta da adulti su minori, interagendo con i protagonisti delle stesse violenze e richiedendo sevizie sui corpi dei bambini. È quanto accertato in un'indagine dei carabinieri di Siena, coordinata dalla procura dei minori di Firenze, che ha permesso di scoprire una chat in cui alcuni giovanissimi di tutta Italia diffondevano materiale pedopornografico e razzista. I militari sono riusciti a risalire a due 17enni, un ragazzo e una ragazza ex compagni di scuola residenti in Piemonte, ora denunciati per pedopornografia e istigazione a delinquere. Effettuate anche numerose perquisizioni, nel corso delle quali sono stati sequestrati telefoni cellulari, pc, tablet, chiavette usb e hard disk esterni.

Le "red room"

Dalle chat dei due denunciati è emersa la descrizione delle loro esperienze nel deep web. Il ragazzo, parlando con la sua amica, descrive le cosiddette red room, stanze dell'orrore in cui gli utenti più attrezzati tecnologicamente riescono ad accedere dietro consistenti versamenti di denaro in varie valute, bitcoin compresi. In questi luoghi digitali si può assistere a violenze sessuali e torture praticate anche in diretta da adulti su minori, con possibilità di interagire per gli spettatori, che possono richiedere determinate azioni.

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Le precedenti inchieste

Nel corso dell'indagine è stato individuato anche un minorenne che per gli investigatori è "dotato di eccezionali e precoci competenze tecnico-informatiche": il ragazzo avrebbe personalmente partecipato on-line, assieme ad altri utenti, alle torture e abusi sessuali su minori. La presenza della stanza delle torture è emersa dalle indagini dei carabinieri in seguito ad altre inchieste cominciate nell'ottobre 2019 su denuncia di una donna senese, che controllando il cellulare del figlio aveva trovato immagini drammatiche e video inneggianti al nazismo. In quell'indagine erano coinvolti molti giovani di diverse località italiane.

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