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Coronavirus, si studia la fase due: ipotesi Italia divisa in tre macroaree

Cronaca

Gli esperti starebbero lavorando alla "suddivisione" della Penisola per poi prevedere riaperture differenziate a seconda della diffusione del contagio, con un monitoraggio dopo 15 giorni per verificare la tenuta e, in caso contrario, procedere a nuove chiusure

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Riaperture differenziate per macroaree a seconda della diffusione del contagio, con un monitoraggio dopo 15 giorni per verificare la tenuta del contenimento e, in caso contrario, procedere a nuove chiusure. È l'ipotesi su cui starebbero lavorando gli esperti che dovranno fornire al governo gli indirizzi generali per la fine del lockdown dovuto all’emergenza coronavirus (AGGIORNAMENTI - SPECIALE). Stando a questa ipotesi, l'Italia verrebbe sostanzialmente suddivisa in tre macroaree (nord, centro e sud) in base a quanto diffuso è il contagio.

Misure più stringenti dove il virus è più diffuso

In pratica, laddove la diffusione del virus è maggiore, dovrebbero rimanere misure più stringenti, soprattutto per quanto riguarda la mobilità tra una zona e l'altra, sia all'interno delle macroaree sia tra una macroaerea e l'altra. In quelle dove invece il virus ha colpito in maniera meno importante si potrebbero prevedere riaperture più ampie. All'interno delle stesse macroaeree, inoltre, dovrebbero essere individuate ulteriori suddivisioni tra zone a maggiore e minore diffusione: al nord, per esempio, regioni come Valle d'Aosta e Friuli Venezia Giulia, hanno chiaramente una situazione diversa da Piemonte, Lombardia e Veneto (FOTO SIMBOLO - LE TAPPE - LE GRAFICHE).

Rezza e Brusaferro: "Verso fase due con cautela"

Nella fase due sarà importante rafforzare soprattutto il controllo del territorio con l'identificazione rapida dei focolai, test, rintraccio e isolamento dei contatti e azioni di contenimento ed eventuale creazione di zone rosse, ha sottolineato l'epidemiologo Giovanni Rezza, dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), nella conferenza stampa organizzata dall’Istituto. La fase di riapertura andrà fatta "con grande cautela", raggiungendo i contatti e sorveglianza del numero dei ricoveri. "Dovremo ripensare e riorganizzare la nostra organizzazione della vita sia nei trasporti che nel lavoro e nelle attività quotidiane”, ha aggiunto il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), Silvio Brusaferro.