Circa un mese fa il 38enne lombardo venne ricoverato in gravi condizioni e trovato positivo al virus, diventando il primo caso in Lombardia. Ora sta meglio e tra pochi giorni lascerà l’ospedale di Pavia. Potrà così vedere nascere sua figlia
Dopo un mese di ricovero per il contagio da coronavirus, Mattia, il “paziente 1” di Codogno, è quasi pronto per tornare a casa (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE). "Respira da solo, lo abbiamo appena staccato anche dall'ultima macchina. Finalmente posso dirlo: sta guarendo”, ha spiegato a Repubblica Raffaele Bruno, primario di malattie infettive del policlinico San Matteo di Pavia. “Ora piange perché è felice: sa che la vita gli ha regalato il tempo per veder nascere la sua prima figlia" (LE PRIME PAROLE DEL PAZIENTE 1 - I PAESI CON IL MAGGIOR NUMERO DI CONTAGI).
Il ricovero un mese fa
Mattia era stato ricoverato in condizioni disperate nella notte tra il 21 e il 22 febbraio al San Matteo di Pavia dall’ospedale di Codogno. 38 anni, maratoneta e giocatore di calcio, oltre che volontario alla Croce Rossa e ricercatore di una multinazionale, si era presentato una prima volta all'ospedale di Codogno nel pomeriggio del 18 febbraio, senza però avere i sintomi che avrebbero potuto portare a identificarlo come caso 'sospetto'. Dopo gli accertamenti e le terapie necessarie, nonostante la proposta di ricovero, aveva deciso di tornare a casa. Poche ore dopo la situazione è peggiorata. La mattina del 20 febbraio è stato necessario l'intervento del rianimatore e il ricovero nel reparto di terapia intensiva. Dopo che la moglie ha informato i medici di una cena di fine gennaio tra il marito e alcuni amici, tra cui uno appena rientrato dalla Cina, è stato effettuato il tampone. Così è avvenuta la scoperta del primo caso in Lombardia e in seguito degli altri casi positivi (LE TAPPE - LA MAPPA DEL CONTAGIO - LE RISPOSTE DELL'ESPERTA).
La svolta del 9 marzo
Nella notte tra venerdì 21 e sabato 22 febbraio, Mattia è stato trasferito da Codogno al Policlinico pavese, in gravissime condizioni. Per due settimane è stato considerato dai medici del San Matteo grave, ma stabile. Il 9 marzo la svolta: il paziente 1 è stato 'stubato' e ha cominciato a respirare autonomamente. Ora è uscito dalla subintensiva e ha potuto vedere a distanza la moglie, rimasta a sua volta contagiata e già guarita. Nei prossimi giorni, dopo il weekend, dovrebbe lasciare l’ospedale e potrà assistere alla nascita della figlia.