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Rapporti con la ‘Ndrangheta, Siclari (Fi) si difende: “C’è stato un errore”

Cronaca

Il senatore, in un post su Fb, chiarisce la sua posizione dopo che 65 persone sono state arrestate nell'ambito di un'operazione contro la cosca Alvaro. Per Siclari la Dda ha chiesto l'autorizzazione a procedere all'arresto. L'accusa: scambio elettorale politico-mafioso

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"Sono convinto che c'è stato un errore che verrà chiarito facendo leva sulle carte dell'inchiesta". A scriverlo, in un lungo post sulla sua pagina Facebook, è il senatore di Forza Italia Marco Siclari dopo che, il 25 febbraio, sono state eseguite 65 ordinanze di custodia cautelare dalla Polizia - coordinata dalla Dda di Reggio Calabria - a carico di capi storici della 'Ndrangheta, nello specifico della cosca Alvaro. Proprio per Siclari la Dda ha chiesto l'autorizzazione a procedere all'arresto, inviando la relativa comunicazione alla Camera di appartenenza. L'ipotesi di reato è quella di scambio elettorale politico-mafioso.

Siclari: "Mai dato niente in cambio di qualcosa"

"Conservo il rispetto verso il lavoro dei magistrati e sono certo che ci sarà Giustizia. Non ho mai dato niente in cambio di qualcosa, né chiesto qualcosa in cambio di altro", si difende il senatore su Facebook. "Improvvisamente, dopo 42 anni di vita vissuta nel rispetto della Legge, dello Stato, della famiglia, del prossimo, dei cittadini e dopo cinque anni fatti da Consigliere comunale in maggioranza a Roma Capitale - aggiunge - improvvisamente mi ritrovo accusato di 'voto di scambio politico mafioso' in Calabria senza aver mai aver incontrato mafiosi, fatto promesse o effettuato raccomandazioni". Poi il senatore precisa che gli viene contestato un incontro nella sua segreteria politica "con un signore ritenuto vicino a delle famiglie mafiose". "Questo signore", aggiunge, "sarebbe stato accompagnato nella mia segreteria, per 30 minuti di incontro, dal medico curante del figlio. Questo medico curante è il presidente della più importante cooperativa dei medici di famiglia di Reggio Calabria, dove 84 medici di famiglia fanno capo a lui". "Non posso conoscere tutti coloro che vivono in Calabria o a Reggio Calabria -conclude il senatore- e certamente, conoscendo il medico, non avrei mai pensato che potesse presentarmi un cittadino condannato o pregiudicato, che di fatto non lo era".

L'accusa nei confronti di Siclari

Secondo quanto emerso dalle indagini, a mettere in contatto il parlamentare con Domenico Laurendi, esponente della cosca, sarebbe stato Giuseppe Galletta Antonio, medico ed ex consigliere provinciale di FI a Reggio Calabria. "Con l'intermediazione di Galletta - scrivono gli inquirenti - Marco Siclari accettava la promessa di procurare voti da parte del Laurendi in cambio di soddisfare gli interessi e le esigenze della associazione mafiosa". Marco Siclari è stato eletto al Senato nel collegio uninominale n.4 della Calabria con una percentuale del 39,59%, riuscendo ad ottenere a Sant'Eufemia d'Aspromonte 782 voti, pari al 46,10%, mentre nel limitrofo Comune di Sinopoli 435 voti, pari al 63,41%.