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Giustizia, sciopero dei giudici di pace: stop alle udienze dal 6 gennaio al 1° febbraio

Cronaca
Foto: Archivio Ansa

Le associazioni di categoria hanno indetto l’astensione dalle udienze per tre settimane. Uno stop che arriva per protestare contro la legge Orlando e per aumentare garanzie e tutele della magistratura onoraria. Garantiti solo gli atti indifferibili e urgenti

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Un nuovo sciopero, dal 6 gennaio all’1 febbraio 2020, è stato indetto dai giudici di pace che sospenderanno dunque per tre settimane le udienze. Lo stop, voluto dalle associazioni di categoria Unagipa e Angdp, arriva per chiedere la revisione della legge Orlando.

I motivi dello sciopero

Dopo che sono fallite le mediazioni negli ultimi mesi del 2019, i giudici di pace continuano la protesta per ottenere tutele e garanzie che, secondo quanto fanno sapere le associazioni di categoria, al momento sono negate dalla legge Orlando. Nello specifico, lo stop mira ad ottenere maggiori garanzie di indipendenza, il diritto alla previdenza e all’assistenza sociale, la revisione delle regole sul trasferimento, quelle sull’incompatibilità e sui criteri di attribuzione del compenso.

Quali attività verranno sospese e quali proseguiranno

Nel periodo di stop, i giudici di pace assicureranno una sola udienza a settimana: tutte le altre attività giudiziarie e amministrative rimarranno sospese in quanto si dovrà ritenere sospeso qualsiasi termine imposto dalla legge e dal Consiglio superiore della magistratura. Inoltre, per l’intero periodo, i giudici di pace si asterranno dalla partecipazione ai corsi di formazione, distrettuale e nazionale, ma anche da ogni altra attività legata al proprio ufficio. Verranno dunque garantiti solo gli atti indifferibili ed urgenti previsti dal codice di autoregolamentazione dello sciopero, come approvato dalla Cgsse.