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Casapound, rispunta la scritta davanti all'edificio occupato. Raggi: senza vergogna

Cronaca

In un sit-in a 16 anni dall'occupazione dello stabile, i militanti del movimento di estrema destra hanno ricomposto le nove lettere rimosse dal Comune di Roma mesi fa. La sindaca: i proprietari liberino l'edificio

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È ricomparsa la scritta 'Casapound' davanti all'edificio di Roma occupato dal movimento di estrema destra. I militanti hanno esposto nuovamente le nove lettere rimosse mesi fa, su disposizione del Comune capitolino, dalla facciata della loro sede. A mostrare l'azione, avvenuta in un sit-in celebrativo dei sedici anni di occupazione, è il profilo Facebook di Casapound.

L'azione

In un post sono state pubblicate le foto della manifestazione. Ritrovatisi davanti all'edificio in via Napoleone III, i partecipanti hanno illuminato con i fumogeni le nove lettere esposte. La scritta non è stata ricollocata sul muro dell'immobile, ma è stata ricomposta davanti alla facciata del palazzo. "Sedici anni e non sentirli. Alla faccia dei censori di ogni risma. Avanti CasaPound. Alla vittoria!", si legge sulla pagina Facebook del movimento. L'edificio era stato occupato il 26 dicembre 2003.

Raggi: Casapound senza vergogna

Pronta la reazione di Virginia Raggi: "CasaPound senza vergogna - ha detto la sindaca di Roma - festeggia 16 anni di occupazione abusiva di un immobile pubblico. Noi fieri di aver fatto rimuovere la loro insegna. Dopo la sentenza della Corte dei Conti i Ministeri proprietari devono far liberare l'edificio. Basta illegalità ai danni dei cittadini".

Il Pd: arroganti

Duro anche il commento del Pd: "Casapound con arroganza ricolloca sull'ingresso l'insegna recentemente rimossa dai vigili di Roma Capitale" ha dichiarato il vicesegretario del Pd Lazio, Enzo Foschi. "Ci aspettiamo che il governo, così come richiesto da tante realtà democratiche, dimostri che 16 anni di occupazione fascista per Roma, la città delle Fosse Ardeatine e delle deportazioni degli ebrei del ghetto del 16 ottobre e medaglia d'Oro per la Resistenza, sono una vergogna a cui porre immediatamente fine".