Aveva 53 anni, è morto all'ospedale di Torino. Portò in Italia un metodo mai riconosciuto dalla comunità scientifica che prometteva di curare le malattie neurodegenerative con le cellule staminali
E' morto Davide Vannoni, l'uomo che ha inventato il discusso metodo Stamina.
Vannoni aveva 53 anni, è morto a Torino per una infezione fulminante, ha fatto sapere il suo avvocato Liborio Cataliotti. Laureato in Scienze politiche, nel 2007 sperimentò personalmente una terapia in Ucraina, e, convinto di averne ricevuto dei benefici, la importò in Italia.
Il metodo Stamina
Il "metodo stamina" si basa sull'idea che le cellule staminali possano curare diverse malattie, specie quelle neurodegenerative. Ma nessun trial clinico accettato dalla comunità scientifica internazionale ha mai riconosciuto l’effettiva efficacia del metodo Vannoni, che è rimasto sempre non pubblico. La Stamina Foundation, fondata da Vannoni nel 2009 "per sostenere la ricerca sul trapianto di cellule staminali mesenchimali e diffondere in Italia la cultura della medicina rigenerativa", ottenne inizialmente il parere favorevole di Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e Regione Lombardia come "cura compassionevole" e gratuita da somministrare presso una struttura pubblica, gli Ospedali Civili di Brescia.
La vicenda giudiziaria
Ma nel 2010 la Procura della Repubblica di Torino aprì un'inchiesta sulla Stamina Foundation. Da lì nacque un braccio di ferro durato diversi anni: da un lato la procura di Torino che accusava Vannoni di truffare i pazienti, dall'altro alcune istituzioni che invece gli confermavano fiducia. Nel maggio del 2012 la stessa Aifa chiuse il laboratorio degli Spedali Civili di Brescia per mancanza di autorizzazioni e rischi per la sicurezza dei pazienti. Decisione impugnata due mesi dopo da Stamina Foundation. Ad agosto dello stesso anno il tribunale di Venezia impose agli Spedali di Brescia di continuare le cure e 30 famiglie ottennero la possibilità per via giudiziaria di andare avanti con il metodo Stamina. Nel marzo 2013 il 'decreto Balduzzi' intervenne prevedendo la prosecuzione del trattamento per chi era già in cura e la sperimentazione sul metodo con le regole dei trapianti. Ma nel novembre 2014 Vannoni, rinviato a giudizio con altre 11 persone nel per truffa e associazione per delinquere, patteggiò una pena a un anno e dieci mesi, con la condizionale, impegnandosi a rinunciare a qualsiasi iniziativa che gli permettesse di proseguire l'applicazione della controversa terapia. Tuttavia nel luglio del 2016 si scoprì che alcune famiglie di malati stavano proseguendo il trattamento Stamina a Tbilisi, in Georgia. Attualmente Vannoni era in attesa di giudizio per il processo Stamina bis.