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Test di accesso medicina, possibile l'addio dal 2020: la proposta e le novità in esame

Cronaca
Foto LaPresse

La bozza di riforma è al vaglio della commissione Cultura della Camera e prevede un primo anno comune per tutti. La selezione arriverebbe al secondo anno con un numero minimo di crediti e una prova "a soglia" con un punteggio minimo da raggiungere

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Il test di ingresso per l’iscrizione alla facoltà di Medicina potrebbe essere abolito a partire dal 2020. È la proposta contenuta nel testo depositato dal deputato del M5s Manuel Tuzi in commissione Cultura alla Camera. Secondo quanto prevede la riforma, come riporta il sito Miur Istruzione, il primo anno sarebbe comune per tutti: medicina, odontoiatria, chimica e tecnologie farmaceutiche, farmacia, biologia e biotecnologia. La selezione vera e propria arriverebbe al secondo anno, con il raggiungimento di un numero minimo di crediti e tramite un test “a soglia” per il quale chi ha ottenuto un voto minimo entra sicuramente in una delle facoltà. Ma le novità contenute nella proposta di legge per la facoltà di Medicina sono diverse, ecco quali.

Un sistema “alla francese”

La proposta di riforma ricorda l’ammissione alle facoltà di Medicina in Francia, dove le matricole devono affrontare due concorsi: uno al primo semestre e uno al secondo. Sono quiz a risposta multipla con domande sulle materie studiate durante il corso. Chi non passa il primo test, può riprovarci una seconda volta. Se anche il secondo tentativo fallisce, lo studente è obbligato a lasciare la facoltà di area medica.

Orientamento già dalla terza superiore, più test di accesso durante l’anno

Anche l’orientamento è oggetto delle novità contenute nella proposta di legge. Il testo ne prevede il potenziamento già a partire dal terzo anno delle scuole superiori: gli studenti potranno accedere ad appositi corsi online con prova di autovalutazione, in modo da acquisire maggiore consapevolezza delle loro capacità in vista della scelta dell’università. I corsi saranno completamente gratuiti. Dopo un corso di 100 ore lo studente potrà accedere al primo anno di Medicina. Per quanto riguarda la specializzazione, la proposta prevede diversi test di accesso durante l’anno, si pensa a due o tre rispetto alla data unica attuale che provoca un’attesa di circa un anno.

Le modifiche al contratto e agli ultimi 2 anni della specializzazione

Cambierà anche il contratto, in cui l’università mantiene la regia della formazione ma avviene una migliore regolamentazione della rete formativa coinvolgendo gli ospedali del territorio per mantenere gli standard qualitativi. Inoltre gli ultimi due anni della specializzazione diventano ibridi: con contratti di formazione – lavoro a carico delle Regioni, con maggiori diritti e tutele per il lavoro degli specializzandi, mantenuta sempre sotto la supervisione del tutor. I fondi risparmiati dal ministero andranno a finanziare nuove e ulteriori borse.

Il tema economico

Come riporta il Messaggero, la proposta di abolire il test d’ingresso per Medicina nasce dallo spinoso tema dei ricorsi e del loro costo. Secondo il quotidiano romano negli ultimi cinque anni circa 20mila studenti sono stati ammessi alla facoltà tramite ricorso. Questi ingressi in più sono costati mezzo miliardo di euro, necessari per la formazione degli studenti, a cui si aggiungono circa 3 miliardi per garantire la specializzazione a tutti, circa 125mila euro a studente.