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Diabete, rischio pandemia: tra 25 anni colpirà 700 milioni di persone nel mondo

Cronaca

Nadia Cavalleri

Sono 40 milioni le persone malate e la stima dei non diagnosticati supera i 230 milioni

 

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Società Italiana di Diabetologia e Associazione Medici Diabetologi si sono incontrate a Milano nell’ambito della campagna internazionale in connessione con Cities Changing Diabetes e hanno diffuso i dati Atlas 2019 (International Diabetes Federation) per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del controllo glicemico, del peso corporeo e di tutti i fattori di rischio che concorrono allo sviluppo di complicanze, soprattutto cardiovascolari.

Casi diagnosticati in crescita

Sono in crescita entro il 2045 le persone con il diabete, che passeranno, stando alle previsioni di Atlas, da 463 a 700 milioni a livello globale. I diabetici diagnosticati sono già moltissimi quindi e le previsioni per il futuro sono in continuo peggioramento. I dati sono stati diffusi in occasione della prossima giornata mondiale del diabete e sono allarmanti, si parla infatti di pandemia. Secondo l’IDF Atlas, si stima che nel mondo ci siano 232 milioni di persone con diabete non diagnosticato e 374 milioni di persone con insufficiente tolleranza al glucosio, ovvero lo stato di pre-diabete che espone il paziente a maggiore probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari, la principale causa di disabilità e morte nelle persone con diabete tipo 2.

I numeri del diabete in Italia

In Italia, secondo i dati Istat del 2017, a fronte di una prevalenza media di malattie cardiologiche tra gli over 45 del 7,5%, quella tra persone con diabete è pari a circa il 17,1%, ben oltre il doppio di quella rilevata per i non diabetici, ovvero 6,4%.

Fattori di rischio e complicazioni

“Le complicanze cardiovascolari sono molto comuni fra le persone con diabete tipo 2” ha affermato Elisabetta Lovati, Presidente SID Lombardia. “I dati epidemiologici derivanti dallo studio RIACE indicano che quasi una persona su 4 con diabete presenta un pregresso evento cardiovascolare maggiore, prevalenza che aumenta con la durata del diabete, arrivando a 1 su 3 persone tra coloro che hanno il diabete da oltre 20 anni.”“Nonostante la forte correlazione tra diabete e rischio cardiovascolare, da una recente indagine promossa sempre dall’IDF, che ha coinvolto oltre 12.000 persone con diabete di tipo 2 in 130 Paesi, è emersa una conoscenza dei fattori di rischio parziale. Un paziente su quattro non era consapevole del ruolo svolto dall’ipertensione e dal sovrappeso, uno su tre ignorava che iperglicemia, ipercolesterolemia, fumo e inattività fisica aumentano il rischio cardiovascolare e circa uno su due non conosceva l’importanza di elevati livelli di stress, del diabete di lunga durata e di un’età oltre i 65 anni come fattori di rischio. Questi dati suggeriscono che le persone con diabete non sono abbastanza informate e tendono a sottostimare la gravità del problema. Diventa quindi fondamentale inserire l’educazione sui fattori di rischio cardiovascolari come parte integrante dell’assistenza alle persone con diabete” ha spiegato Antonio Nicolucci, Direttore Coresearch.

Campagna “al cuore del diabete”

“Proprio sensibilizzare sull’importanza del controllo glicemico, del peso corporeo e di tutti gli altri fattori di rischio che concorrono allo sviluppo di complicanze, in particolare di quelle cardiovascolari è stato lo scopo della campagna nazionale “Al cuore del diabete”, ha spiegato Regina Dagani, Presidente AMD Lombardia. “Milano è la quarantottesima tappa delle cinquanta previste nelle piazze italiane dell’unità mobile che permette alle persone con diabete di ricevere una valutazione diagnostica del rischio cardiovascolare. Una volta completato il percorso degli esami previsti - misurazione dei valori di emoglobina glicata e del profilo lipidico, ecocardiogramma ed ecocolordoppler carotideo – le persone con diabete possono confrontarsi con un diabetologo e un cardiologo”.