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Rifiuti, il triste primato del Lazio: è la regione che “esporta” più immondizia

Cronaca

L’allarme nel rapporto di Fise Assombiente: Sicilia ultima per la raccolta differenziata, Campania “sull’orlo dell’emergenza”

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Lazio, Sicilia e Campania: è un podio al rovescio, quello assegnato dall’associazione delle imprese che si occupano del trattamento dei rifiuti e la loro bonifica. Si tratta delle regioni italiane che più si distinguono per la "carenza di un'adeguata impiantistica per il riciclo dei rifiuti, assenza di valorizzazione energetica per quanto non riciclabile, turismo dei rifiuti verso altre Regioni, affidamento eccessivo allo smaltimento in discarica".

Lazio regina del "turismo dei rifiuti"

L'analisi, basata su dati Ispra e Assoambiente, è stata stata presentata a Rimini in occasione di Ecomondo e traccia un quadro impietoso della situazione di Roma e delle province vicine. "Il Lazio è la Regione che più di altre alimenta il fenomeno del cosiddetto turismo dei rifiuti: la differenziata è al 46%, ma il 64% dell'umido raccolto nei cassonetti viene inviato in altre Regioni", si legge nello studio. Assombiente prevede che "nei prossimi 6 mesi la capacità residua delle discariche laziali sarà terminata, accentuando ulteriormente lo stato di emergenza".

Campania sull'orlo dell'emergenza

Da questo punto di vista, ancora più fosche sono le previsioni per la Campania: secondo il rapporto le discariche del terrirorio esauriranno la loro capacità in soli due mesi, portando la regione "sull'orlo dell'emergenza". Assoambiente ricorda l'impatto positivo della realizzazione del termovalorizzatore di Acerra, che ha permesso di uscire dalla fase critica, ma sottolinea anche "l'assenza di un efficiente sistema di riciclo".

Niente differenziata in Sicilia

Non meno lusinghiero il quadro tracciato per la Sicilia, dove si registra il record del conferimento in discarica: 73%. Solo il  22% dei rifiuti viene raccolto in modo differenziato, dato più basso a livello nazionale. Finisce in discarica anche il 96% dei quantitativi che transitano negli impianti di trattamento meccanico-biologico. "Il recupero di materia resta un'ipotesi residuale, la voce incenerimento non è presa in considerazione", conclude sconsolato il rapporto.