In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Salento, ulivi colpiti da Xylella divorati dalle fiamme. VIDEO

Cronaca
Un ulivo colpito da Xylella (Foto: Archivio Ansa)

Decine di ettari di alberi sono andati in fiamme nella provincia di Lecce. Il consorzio Italia Olivicola lancia l’allarme: "Bastano poche sterpaglie a provocare una tragedia ambientale"

Condividi:

Decine di ettari di ulivi secolari in fiamme: è il triste spettacolo a cui si assiste da qualche giorno in Salento. Le immagini amatoriali girate sulla superstrada Lecce-Maglie nella notte fra il 10 e l’11 luglio testimoniano la situazione di molti uliveti della zona, prima colpiti da Xylella e ora divorati dalle fiamme.

Allarme incendi negli uliveti

La causa di questa situazione è, secondo il consorzio nazionale Italia Olivicola, lo stato di abbandono in cui versano i terreni colpiti da Xylella. Il consorzio chiede a Regione e Governo di accelerare l’attuazione della legge sulle emergenze agricole recentemente approvata, per consentire agli olivicoltori locali di ricevere sia le autorizzazioni agli espianti, sia i finanziamenti destinati a coprire il mancato reddito e le spese sostenute. "Gli alberi millenari che si trasformano in pochi minuti in torce sono un colpo al cuore - dice Gennaro Sicolo, Presidente di Italia Olivicola - gli incendi si ripetono in varie zone del Salento e sarà sempre peggio perché bastano poche sterpaglie, in fiamme a causa del caldo estivo, a provocare questa tragedia ambientale di proporzioni enormi”.

Origine dolosa in alcuni casi

La Xylella fastidiosa è un batterio che provoca il disseccamento dell’ulivo, che è dilagato nella provincia di Lecce (e poi in quelle di Brindisi e Taranto) negli ultimi anni, tanto che gli esperti hanno dichiarato che non è più possibile eradicarlo dal territorio. La Xylella ha reso improduttive 4-5 milioni di piante nella zona, secondo la stima di Italia Olivicola, mettendo in ginocchio diversi produttori di olio. Gli alberi infestati da questo batterio non sono più produttivi e andrebbero asportati dai terreni. Per questo, alcune volte c’è la mano dell’uomo dietro ai roghi che stanno funestando il Salento. Secondo il consorzio, nel 10-20% dei casi sarebbero i contadini stessi a dare fuoco alle piante per "liberarsi" degli ulivi ed evitare di sostenere gli ingenti costi dell’asportazione, come ammette il presidente di Italia Olivicola. "A volte la disperazione porta a gesti estremi: si registrano casi isolati di incendi dolosi dovuti ai costi insostenibili delle eradicazioni, troppo elevati rispetto ai ricavi della legna da vendere successivamente", spiega Gennaro Sicolo.