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Maltempo Taranto, 3 gru dell’ex Ilva crollano in mare per il forte vento: operaio disperso

Cronaca

Il gruista, 31 anni, si trovava nell’abitacolo di uno dei macchinari quando le raffiche hanno fatto spezzare un pezzo del braccio, facendolo precipitare. Proseguono le ricerche. Nel 2012 un incidente analogo. “Tragedia che poteva essere evitata”, attaccano i sindacati

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Un operaio di 31 anni, Cosimo Massari, risulta ancora disperso dopo che ieri a Taranto tre gru dello stabilimento siderurgico ArcelorMittal (ex Ilva) a causa del forte vento hanno ceduto a catena e sono crollate in mare. L'incidente si è verificato alle 19.30, quando improvvisamente sulla città si è abbattuto quello che alcuni definiscono un tornado che si è poi spostato in provincia. L'operaio disperso, a quanto si è appreso, si trovava nell'abitacolo di una delle gru nell'area portuale ed era da solo quando è avvenuto il crollo: secondo le prime ricostruzioni le raffiche avrebbero fatto spezzare un pezzo del braccio della macchina, facendolo precipitare in mare. I soccorsi, immediatamente attivati, coinvolgono vigili del fuoco, sommozzatori, polizia e mezzi e personale della capitaneria di Porto.

La dinamica dell'incidente

"La forte tempesta abbattutasi ha provocato un cedimento a catena di tre gru posizionate sulla banchina su una delle quali si trovava il gruista disperso, caduta nello specchio acqueo antistante la banchina stessa", ha spiegato la Capitaneria di Porto-Guardia costiera di Taranto. "Sono tutt'ora in corso le ricerche dell'operaio disperso - ha precisato la Guardia costiera - le cui operazioni sono rese difficoltose a causa della torbidità delle acque e del pericolo conseguente alla presenza dei rottami e delle gru pericolanti e rese instabili dal fortunale occorso".

Area sequestrata e interdetta alla navigazione

"L'Autorità Giudiziaria - ha fatto sapere ancora la Capitaneria di Porto, che coordina le operazioni di messa in sicurezza dell'area - ha disposto il sequestro dell'intera area e la Capitaneria di Porto ha emesso un'ordinanza di interdizione alla navigazione, in considerazione delle condizioni di pericolo in atto, nello specchio acqueo per un raggio di 250 metri dalla sommità del molo ove è avvenuto l'incidente".

Nel 2012 un incidente analogo

L'incidente è analogo a quello che si verificò il 27 novembre del 2012 sempre nella stessa area dello stabilimento che all'epoca si chiamava Ilva. In quella circostanza, per il passaggio di un tornado di scala 1-2, con venti sino a 200 chilometri all'ora, si staccò la cabina di comando di una gru nella quale era al lavoro un operaio di 29 anni, Francesco Zaccaria. Il giovane rimase intrappolato nella cabina finita in mare e non si salvò.

Sindacati: “Tragedia che poteva essere evitata”

Dura la reazione dei sindacati. ”Un altro tragico incidente sul lavoro allo stabilimento ex Ilva di Taranto che poteva essere evitato - dichiara in una nota Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil -. Una tromba d'aria si è abbattuta su Taranto e la cabina della gru è precipitata scaraventando in mare un lavoratore. È sconcertante che la tragedia di oggi avvenga con le stesse modalità e con la stessa gru dell'incidente mortale avvenuto nel 2012". "Naturalmente - aggiunge Re David - la magistratura accerterà le responsabilità penali dell'incidente di oggi, ma non ci spieghiamo come si possa lavorare con l'allerta meteo a 40 metri di altezza. La Fiom sta decidendo in queste ore, insieme alle altre organizzazioni sindacali, le iniziative da intraprendere”. "È passato solo un giorno dall'incontro con il ministro Di Maio, al quale abbiamo denunciato la gravissima situazione dello stabilimento di Taranto e oggi piangiamo un altro giovane dipendente ucciso sul lavoro nello stabilimento tarantino. E accade esattamente nella stessa postazione, una gru, che nel 2012 aveva ucciso un altro lavoratore. La gru è stata ricostruita ma con le medesime gravi mancanze di quella precipitata in mare nel 2012. E oggi ha ucciso Mimmo Massaro”, scrive invece in una nota Sergio Bellavita per l’Usb.

Costa adriatica flagellata dal maltempo

L'intensa ondata di maltempo ha colpito ieri il litorale adriatico dalla costa romagnola al Molise. Il fronte temporalesco, accompagnato da forti raffiche di vento, si è spostato lungo la fascia costiera da nord verso sud dalla mattina fino al primo pomeriggio. Su Pescara si è abbattuta una pioggia intensa preceduta da una lunga e violentissima grandinata, con chicchi grossi come arance. Molti i feriti dalla grandinata. Anche l'ospedale della città è stato colpito dal maltempo: l'acqua ha invaso il piano terra e costretto allo stop delle sale operatorie (FOTO). In ginocchio anche il resto dell'Abruzzo, con un elenco di danni in continuo aggiornamento. I sindaci dei comuni costieri di Vasto, San Salvo e Casalbordino hanno attivato i Coc (Centro operativo comunale) e hanno annunciato che chiederanno a Regione e governo lo stato di calamità naturale. Anche l'Emilia Romagna fa i conti col temporale. A Milano Marittima, la frazione balneare del Comune di Cervia (Ravenna), tutto si è consumato in 10 minuti. Una tromba d'aria ha danneggiato oltre 2.200 alberi, di cui 1.000 nella pineta ora impraticabile. Danni anche a 5 stabilimenti balneari e 10 edifici privati. L'ondata di maltempo ha raggiunto anche il litorale molisano costringendo ad interrompere i collegamenti con le Tremiti. Nelle Marche, a Numana, una tromba d'aria ha devastato alcuni stabilimenti balneari (FOTO). In serata si sono registrati disagi per il maltempo sul Gargano.