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Agguato a Napoli, la preside della scuola: "Inascoltate le nostre richieste di aiuto"

Cronaca

Un uomo ucciso, sotto lo sguardo del nipote e di altri bambini. L'amarezza della dirigente: "Abbiamo paura. I nostri appelli non sono un vezzo, ma dove sono le cose che abbiamo chiesto?" 

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"Siamo tutti responsabili per quanto accaduto, mi ci metto anche io. Siamo tutti responsabili per quello zainetto rosso". Si sfoga così la preside della scuola di San Giovanni a Teduccio: lo zainetto rosso è quello del piccolo che martedì mattina ha assistito all'agguato in cui è stato ucciso il nonno ed è stato ferito il padre (entrambi considerati vicini al clan camorristico dei Rinaldi). Una situazione che preoccupa la dirigente, che dice: "Le nostre rischieste sono state inascoltate". 

La paura e gli appelli caduti nel vuoto 

"E’ successo alle nove meno dieci del mattino, non alle 9 di sera, i bimbi qui entrano fino alle 9. Noi con i nostri mezzi che sono quelli della cultura, delle marce, abbiamo fatto delle iniziative, per la legalità. E abbiamo chiesto quello che è nel nostro diritto chiedere: però portroppo non è arrivato nulla", si sfoga, amareggiata, la preside. "Dov’è, dov’è tutto quello che abbiamo chiesto? Lo abbiamo chiesto non per vezzo, ma perché abbiamo paura, i bimbi stavano entrando a scuola e poteva succedere qualunque cosa a chiunque, e intanto c’è un morto a terra".