Domenica 31 marzo dormiremo un’ora in meno per poter godere di 60 minuti di luce in più al giorno. La modifica ha conseguenze sull’organismo e anche a livello economico, ma presto potrebbe essere abolita dall’Unione Europea
Nella notte tra il 30 e il 31 marzo torna l’ora legale. Dormiremo 60 minuti in meno, ma avremo un po’ di sole in più nei giorni successivi. La modifica dell’orario, però, ha ripercussioni a livello economico sui Paesi che l’adottano e fisico sui cittadini. Ultimamente è stata anche motivo di discussione all’interno dell’Unione Europea con una proposta di abolizione rinviata almeno fino al 2021.
Quando cambia l’orario e quando è stata introdotta in Italia
Nella notte tra sabato e domenica, alle 2.00, gli orologi dovranno essere spostati alle 3.00. L’ora legale è stata adottata in Italia, per la prima volta, nel 1916, anche se per l’entrata in vigore definitiva si è dovuto aspettare il 1965. Dal 1996, in tutta l’Europa, gli Stati membri utilizzano lo stesso calendario per adeguare l’orario. Da marzo a ottobre si avranno quindi giornate più lunghe, fino a che non tornerà l’ora solare che riporterà le lancette indietro.
I benefici economici dell’ora legale
Oltre a donarci un’ora in più di luce, l’ora legale avrebbe risvolti positivi anche a livello economico. Tra il 2004 e il 2012 sarebbe stato calcolato, infatti, un risparmio del consumo di energia elettrica in Italia di oltre 6 miliardi di euro.
Vantaggi e svantaggi per l’organismo
La modifica dell’orario, anche se solo di 60 minuti, ha però ripercussioni sul nostro organismo. Le persone sono sottoposte a un mini jet-lag che potrebbe farle sentire più affaticate. Alcuni studi sostengono che l’alternanza tra ora solare e legale possa aumentare i problemi di insonnia, stress e spossatezza di cui soffrono molte persone e anche quelli cardiaci. Allo stesso tempo, però, l’arrivo dell’ora legale con l’aumento delle ore di luce permette una maggiore produzione di vitamina D con effetti positivi sul nostro corpo.
Dove è adottata l’ora legale
Oltre ai Paesi dell’Unione Europea, compresi quelli dell’Est e la Svizzera, l’ora legale è adottata da alcuni Stati asiatici vicini ai confini europei come Cipro, Libano, Siria, Iran, Israele, Giordania e i territori governati dall’Autorità Palestinese. Nel periodo opposto al nostro, invece, lo slittamento in avanti dell’orologio avviene in Samoa, Fiji, Nuova Zelanda e Australia. In Africa, solo il Marocco e la Namibia modificano l’orario, ma dalla prima domenica di settembre alla prima di aprile. Brasile, Paraguay, Uruguay e Cile sono invece le uniche nazioni del Sudamerica che adottano il cambio dell’ora, insieme a gran parte dell’America del Nord.
Dove l’orario resta sempre lo stesso
Ma in Europa ci sono anche Paesi che rifiutano di modificare il proprio orario durante l’anno. In tutto sono cinque: Russia, Georgia e Bielorussia, dove è in vigore l’ora solare, Turchia e Islanda, che utilizzano quella legale. Anche gran parte dell’Asia e dell’Africa non spostano mai le lancette, come alcuni Stati del Nord America, per esempio Hawaii, Isole Vergini, Guam, Isole Marianne Settentrionali e Porto Rico. L’Argentina è l’unica nazione del Sud America ad adottare permanentemente l’ora legale, mentre Ecuador, Colombia, Perù, Venezuela e Suriname hanno quella solare tutto l’anno.
L’abolizione dell’ora legale
Dalla Commissione europea è arrivata la proposta ufficiale di abolire l’alternanza ora legale-solare. Lo scorso agosto era stato proprio il presidente Jean-Claude Juncker ad annunciare la misura, che faceva seguito all’esito di una consultazione pubblica lanciata dall’esecutivo comunitario. I risultati del quesito avevano indicato che oltre l’80% dei cittadini europei sarebbe favorevole all’abolizione. L’obiettivo della norma è quello di far decidere a ogni Stato se applicare in modo permanente l’ora legale o quella solare. Inizialmente la deadline per lo stop definitivo del cambio di orario era la fine del 2019, ma il termine è stato rinviato, dopo il voto del Parlamento europeo, al 2021.
I costi del mancato cambio di orario
Sulla proposta per l’abolizione dell’alternanza ora legale-solare ci sono comunque alcune criticità. La modifica cancellerebbe i vantaggi economici legati al risparmio energetico e porterà dei costi temporanei per l’aggiornamento dei software dei nostri smartphone, computer e dispositivi tecnologici, che oggi cambiano automaticamente l’orario a seconda del calendario. Inoltre dovranno essere riprogrammati molto sistemi informatici, in particolare quelli utilizzati nell’ambito della sanità e dei viaggi.