Milano, disabile costretto a scendere dal treno alla stazione Cadorna: "Già uno a bordo"
CronacaÈ accaduto alla stazione Cadorna a un 45enne che vive su una sedia a rotelle. Era già salito ma il controllore lo ha fatto scendere dicendo che avrebbe dovuto avvisare con 48 ore di anticipo della sua presenza. Le scuse di Trenord: "Sgomenti, aperta un'indagine interna"
È stato costretto a scendere dal treno perché sarebbe stato il secondo disabile a bordo e il regolamento non lo consentirebbe. È la vicenda, riportata dal Corriere della Sera, accaduta a un 45enne milanese, disabile al 100 per cento da 18 anni, che nel pomeriggio di venerdì scorso, 22 marzo, avrebbe dovuto prendere un treno per il breve tragitto dalla stazione di Cadorna a quella di Bovisa insieme alla signora che lo assiste durante il giorno. Il fratello dell’uomo, avvocato, dopo l’episodio ha inviato una lettera di denuncia a Trenord, riservandosi di chiedere i danni. Ma negli ultimi giorni non è stato l'unico episodio di discriminazione: a Cremona sono comparse scritte anonime sul cartellone di un cantiere per il restauro di un edificio che ospiterà la sede di alcune associazioni. "Una marea di handicappati qui, in via Cadore, che magari prendono pure i parcheggi riservati. Avete sbagliato via". Il sindaco posta la foto e commenta su Facebook: "Cremona è attenta e aperta alle fragilità. È una frase, incivile, cattiva e ignorante".
Il controllore: "A bordo non può esserci un altro disabile"
L'episodio avvenuto a Milano è stato raccontato dal fratello dell'uomo: il 45enne era già salito sul treno e si era seduto sul sedile di fianco alla donna che lo assiste durante il giorno, e aveva anche ripiegato la sua carrozzina. A quel punto, racconta il fratello dell’uomo al Corriere, è arrivato un controllore che “in modo brusco” gli ha detto di scendere: “Gli ha detto che sul treno c’era già un altro disabile e che non poteva essercene un altro, non avendo mio fratello preavvertito della sua presenza”. Il sito Trenord, effettivamente, invita i passeggeri che hanno bisogno di assistenza ad avvertire con 48 ore di anticipo: "Ma il punto è che mio fratello non richiedeva alcuna assistenza né un sedile particolare, era già sistemato e stava benissimo", racconta l’avvocato. Il 45enne è quindi dovuto scendere dal treno senza poter rispondere.
Trenord: "Non doveva accadere. Fatto non rappresenta nostri standard"
Il fratello dell’uomo sottolinea che un disabile "magari si sforza di non chiedere aiuto a esterni, di non pesare. E la sua parziale autonomia viene svilita così? Questo piccolo episodio è stato comportamento umiliante e discriminatorio". Delle diverse risposte arrivate da Trenord alla lettera dell'avvocato, solo una pertinente al fatto specifico, in cui si legge: "Ci dispiace moltissimo per quanto accaduto, segnaliamo la possibilità di avvalersi del nostro supporto tramite mail o numero verde”". Contattata dal Corriere della Sera, Trenord aggiunge: "Siamo sgomenti per quanto accaduto e ci scusiamo molto. Abbiamo aperto un’indagine interna e preso contatto con lui per poterlo incontrare presto. Il fatto non doveva accadere e non rappresenta lo standard del servizio di assistenza che offriamo a circa 60 passeggeri ogni giorno".