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Bolzano, si dimette consigliere Lega che in un audio diceva: "C’è una dj da violentare"

Cronaca
Kevin Masocco (Foto dal profilo Facebook di Kevin Masocco)

Kevin Masocco è finito al centro delle polemiche per un audio messaggio in cui pronuncia parole sessiste. In un primo momento aveva negato fosse la sua voce, ora ritratta: "Bravata inopportuna”, trasformata però “in un accanimento mediatico"

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Ha rassegnato le sue dimissioni il consigliere comunale di Bolzano della Lega Kevin Masocco, finito al centro delle polemiche per un audio messaggio inviato su WhatsApp in cui pronuncia parole sessiste su una "dj da violentare". In un comunicato condanna quella che definisce "la sua bravata, per quanto inopportuna e condannabile", che si sarebbe "trasformata in un accanimento mediatico".

"In questa vicenda ho sbagliato due volte"

"In questa vicenda ho sbagliato due volte - si legge nella nota - la prima ad affermare cose inopportune delle quali mi vergogno e mi dispiaccio, la seconda - complice la mia giovane età e inesperienza - aver negato la paternità del file audio". "Non voglio però che quanto accaduto diventi un attacco non solamente alla mia persona, alla mia famiglia, ma anche alla Lega - aggiunge Masocco - Per questo motivo ho deciso di assumermi le mie responsabilità e rassegnare, con grande dolore, le mie dimissioni da consigliere comunale”.

In un primo momento aveva negato fosse la sua voce

A diffondere l'audio in cui il consigliere diceva a un amico di venire in un locale dove “c'è una dj figa da violentare” era stato il quotidiano Tageszeitung. In un primo momento Masocco aveva negato: "Non sono io, qualcuno ha imitato la mia voce". Ora il dietrofront e le dimissioni. Solo ieri l'ex presidente della Camera, Laura Boldrini, aveva detto di star valutando se procedere legalmente contro Masocco. Anche l'Anpi Alto Adige aveva attaccato l’esponente leghista: "Non c'è onore né dignità nell'insulto, nel dileggio, nelle manifestazioni sessiste e nell'attacco sistematico, rivelatore di una becera e meschina mentalità contraria al senso comune e alla dignità delle persone. E non deve esservi alcuna complice indulgenza".