Secondo il 52° rapporto sulla situazione sociale, il Paese sarebbe "preda di sovranismo psichico”. Si è passati dal “rancore”, sentimento prevalente nel 2017, alla “cattiveria” nel 2018
“Incattiviti e ostili nei confronti degli immigrati”. Così vengono descritti gli italiani (la maggior parte di loro) nel rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese. Dall’Italia "rancorosa" del 2017 si è passati a un’Italia "cattiva" nel 2018. Una cattiveria usata come strumento di riscatto, di risalita, e che alza muri. Il capro espiatorio dei nostri guai sociali viene individuato nell'immigrato. Perché, a detta degli intervistati nel 52° rapporto Censis, spesso arriva senza rispettare le regole, fa salire il tasso di criminalità, crea problemi agli italiani in quanto assorbe buona parte del nostro sistema di welfare e quindi finisce con il diventare un peso. Secondo l’indagine Censis sono gli italiani più fragili quelli che si rivelano maggiormente ostili verso gli extracomunitari.
Il sovranismo psichico
Gli italiani sarebbero “preda di sovranismo psichico” e si affidano al “sovrano autoritario" a cui chiedere stabilità. E i riferimenti alla nazione sovrana come garante di fronte a ogni ingiustizia sociale, hanno costruito il consenso elettorale e sono alla base del successo nei sondaggi politici in Italia come in tante altre democrazie del mondo. Per i ricercatori del Censis, all'origine di questo trasformarsi in cattiveria degli italiani c'è la caduta dell'illusione che la ripresa fosse ormai lanciata, e non più "solo" partita. Il sovranismo psichico a volte assume i profili paranoici della caccia al capro espiatorio.
Ostilità verso l’immigrazione
Il capitolo migrazione è un nervo scoperto. Il 63% degli italiani vede in modo negativo l'immigrazione da Paesi non comunitari (contro una media Ue del 52%). Ma neppure l'immigrazione da Paesi comunitari è vista di buon occhio: è infatti negativa per il 45% (rispetto al 29% media Ue). I più ostili verso gli extracomunitari sono gl italiani più fragili: il 71% degli over 55 anni e il 78% dei disoccupati, mentre il dato scende al 23% tra gli imprenditori. Il 58% degli italiani pensa che gli immigrati sottraggano posti di lavoro in casa nostra; il 63% pensa che rappresentino un peso per il nostro sistema di welfare, solo il 37% ne sottolinea invece l'impatto favorevole sull'economia nazionale. Per il 75% degli italiani l'immigrazione aumenta il rischio di criminalità. E il 59,3% degli italiani è convinto che tra dieci anni nel nostro Paese non ci sarà un buon livello di integrazione tra etnie e culture diverse.
Il diverso percepito come un pericolo
C’è un 63,6% convinto che nessuno ne difenda interessi e identità e quindi devono pensarci da soli. Quota che sale al 72% tra chi possiede un basso titolo di studio e al 71,3% tra chi può contare solo su redditi bassi. Il non sopportare gli altri si traduce nel via libera ai pregiudizi. L’essere diverso diventa, nella percezione, un pericolo da cui proteggersi. E non è una questione di basse percentuali: il 69,7% degli italiani non vorrebbe come vicini di casa i rom; il 69,4% non vorrebbe a portata di occhio e udito persone con dipendenze da droga o alcol. Il 52% è convinto che vengono prima gli immigrati, altro che "prima gli italiani", e questo 52% diventa il 57% tra le persone con redditi bassi.
Poca fiducia nella crescita
Alla base di questo processo, secondo il Censis, c'e' "l'assenza di prospettive di crescita, individuali e collettive". E l’analisi ci ricorda che l’Italia è ormai il Paese dell'Unione europea con la più bassa quota di cittadini che affermano di aver raggiunto una condizione socio-economica migliore di quella dei genitori: il 23%, contro una media Ue del 30%, il 43% in Danimarca, il 41% in Svezia, il 33% in Germania. Il 96% delle persone con un basso titolo di studio e l'89% di quelle a basso reddito sono convinte che resteranno nella loro condizione attuale, ritenendo irrealistico poter diventare benestanti nel corso della propria vita. E il 56,3% degli italiani dichiara che non è vero che le cose nel nostro Paese hanno iniziato a cambiare veramente. Il 35,6% degli italiani è pessimista, guarda all'orizzonte con delusione e paura; il 31,3% è incerto e il restante 33,1% è ottimista.