Scuola costruita senza fondamenta a Sperlonga: 2 arresti a Latina
CronacaPadre e figlio, imprenditori, hanno ottenuto i lavori (per un valore che supera il milione di euro) promettendo denaro ai funzionari. E per risparmiare hanno violato le norme di costruzione
I carabinieri del comando provinciale di Latina hanno sequestrato la nuova ala del polo scolastico "Sottotenente Alfredo Aspri" di Sperlonga (in provincia di Latina) e della palestra del liceo scientifico "Enrico Fermi" di Gaeta. Secondo gli inquirenti i lavori di completamento degli edifici sono stati ottenuti dietro la promessa di denaro e condotti usando materiali scadenti. Due imprenditori sono stati arrestati.
"Scuola destinata a crollare"
Le indagini sono partite dall'operazione "Tiberio", che a gennaio 2017 aveva portato all'esecuzione di dieci misure cautelari per reati contro la pubblica amministrazione. Hanno accertato che due imprenditori di Formia, padre 70enne e figlio di 38 anni, avevano ottenuto l'appalto di ampliamento, messa a norma e adeguamento del polo scolastico Alfredo Aspri di Sperlonga (900mila euro da fondi europei) promettendo denaro all'allora responsabile dell'ufficio tecnico del comune di Sperlonga (arrestato nell'ambito dell'operazione "Tiberio"), ma anche presentando un'offerta al ribasso fuori mercato e svolgendo lavori difformi dal progetto. In particolare, le perizie hanno rivelato che non erano state realizzate le fondamenta, che avrebbero dovuto essere di almeno un metro e mezzo. Difformità sono emerse anche per il solaio, le cui traverse avrebbero dovuto essere spesse 22 centimetri ed erano invece di 12 centimetri. "Era una scuola destinata a crollare addosso ai ragazzi", ha detto il colonnello Gabriele Vitagliano, comandante provinciale dei carabinieri di Latina.
La palestra del liceo Fermi
Gli stessi imprenditori avrebbero anche ottenuto dalla Provincia, con gli stessi metodi illeciti, l'appalto per l'ampliamento e il completamento della palestra del liceo Fermi di Gaeta (circa 290mila euro). Padre e figlio sono stati arrestati con le accuse di corruzione, turbata libertà degli incanti, frode in pubbliche forniture e truffa. Sono stati associati alla casa circondariale di Latina. Per l'esecuzione dei provvedimenti sono stati impiegati 20 carabinieri del comando provinciale.