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La scuola inizia con uno sciopero, protestano i precari a Montecitorio

Cronaca
Archivio Ansa

La mobilitazione è stata indetta dall'Anief in occasione della discussione alla Camera del decreto Milleproroghe. I partecipanti chiedono di approvare l'emendamento salva-precari che riapre le graduatorie ad esaurimento a tutto il personale docente precario abilitato

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Un gruppo di precari della scuola – docenti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario - ha organizzato una protesta davanti al Parlamento contro la politica del governo sul precariato, in quello che è il primo sciopero del nuovo anno scolastico. La mobilitazione, prevista dalle 9 alle 14 a piazza Montecitorio, è stata indetta dall'Anief (Associazione nazionale insegnanti e formatori) in occasione dell’inizio della discussione alla Camera del decreto Milleproroghe. I partecipanti chiedono ai parlamentari di approvare l'emendamento salva-precari che riapre le graduatorie ad esaurimento a tutto il personale docente precario abilitato, come avvenuto fino al 2012.

Protesta anche contro la mobilità scolastica

"Tale testo, se approvato - spiega Anief- permetterebbe la copertura del 60% delle cattedre rimaste deserte in questi giorni di immissioni in ruolo e tutelerebbe i tanti insegnanti assunti a tempo indeterminato con riserva". Ma sono tanti i motivi dello sciopero nazionale Anief,  che parte dalla lotta "contro la precarietà per approdare alla lotta  contro le bizzarre regole sulla mobilità scolastica che costringono un precario, dopo anni e anni di onorato servizio per lo Stato, a  trasferirsi nei ruoli di province molto distanti da casa, come  stabilito dalla riforma Buona Scuola: un ricatto a cui hanno dovuto  sottostare diverse migliaia di docenti abilitati, molti dei quali a distanza di tre anni ancora non sono rientrati nella terra d'origine", recita il comunicato del sindacato.

Presidente Anief: Stipendi sempre più slegati a costo vita

"La verità - sostiene Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal- è che uno Stato che si rispetti ha il dovere di tutelare il diritto al lavoro e il diritto alla famiglia, conservando dignità e rispetto per i lavoratori. Questo onore va tutelato a partire dalla difesa del potere d'acquisto degli stipendi, sempre più slegati dal costo della vita”.  Un meccanismo che si verifica ad esempio con le supplenze, dove il docente “continua a percepire sempre lo stesso stipendio iniziale, per via anche del blocco dell'indennità di vacanza  contrattuale e del mancato recepimento della normativa comunitaria. Poi entra di ruolo e dal 2011 deve aspettare il riconoscimento di nove anni di servizio per ottenere il primo aumento, continuando a subire il mancato riconoscimento di tutto il servizio pre-ruolo nelle domande di ricostruzione della carriera", denuncia Pacifico.