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Crollo ponte Genova, Autostrade aveva definito condizioni non urgenti

Cronaca
Foto: Lapresse

I pm hanno sequestrato un verbale di approvazione del Cda: secondo i tecnici non c’era nessuna urgenza se non quella di un "intervento ordinario". La società si difende: "La valutazione tecnica spetta ai committenti". Toti: basta discutere, facciamo Gronda

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Proseguono le indagini sulla vicenda del crollo del ponte Morandi a Genova avvenuto lo scorso 14 agosto. I pm hanno sequestrato un verbale di approvazione del Cda di Autostrade dal quale si evincerebbe come i tecnici avessero classificato le condizioni della struttura come "non urgenti", considerando necessario soltanto un "intervento ordinario". Sarebbero queste le ragioni per le quali il ponte è rimasto aperto. Tuttavia, da cinque e-mail inviate da Autostrade, sembrerebbe che la società in realtà sapesse che era necessario intervenire e che era fondamentale il progetto di potenziamento degli stralli. La stessa azienda, però, si difende e pubblica una nota in cui afferma che "non è compito né facoltà del Consiglio d'Amministrazione fare una valutazione tecnica dei progetti né stabilire l'urgenza o la somma urgenza" di alcuni interventi". Nel frattempo, il vicepremier Luigi Di Maio attacca: "Dai Benetton ancora nessuna parola". E il governatore Toti chiede: basta discutere, facciamo la Gronda (IL CROLLO - FUNERALI - FOTO - VIDEO).

Autostrade avrebbe chiesto l’ok del Mit per agire

"Se le condizioni del ponte fossero state classificate diversamente, allora sarebbero state possibili limitazioni più severe sul passaggio dei veicoli. Sarebbe così stato possibile il blocco totale", ha detto il procuratore capo Cozzi. Dall’inchiesta, però, emerge anche che Autostrade avrebbe premuto per ottenere l’ok dal Mit per avviare i lavori. Un’autorizzazione necessaria visto che il costo di quei lavori era di 20 milioni di euro mentre l’autonomia del Cda di Autostrade è di 5 milioni. Intanto ieri, primo settembre, la questura ha stabilito che il video del crollo, in cui si vedono i momenti precedenti e quelli successivi alla tragedia, non è stato in alcun modo manomesso. Un filmato che ha generato diverse polemiche proprio per l’assenza del momento esatto in cui avviene il crollo.

Autostrade: Valutazioni sull'urgenza non spettano a noi

Dopo l'indiscrezione sul sequestro del verbale del Cda di Autostrade, la stessa azienda replica: "Non è compito né facoltà del Consiglio d'Amministrazione fare una valutazione tecnica dei progetti né stabilire l'urgenza o la somma urgenza" di alcuni interventi. Attraverso una nota, Autostrade chiarisce appunto che "è corretto affermare che il progetto di 'retrofitting' sia stato approvato dal Consiglio d'Amministrazione della società, in quanto la spesa prevista superava i poteri delegati ai managers (circa 5 milioni di euro)". Invece, la valutazione tecnica dei progetti e la competenza per stabilirne l'urgenza "è un obbligo dei responsabili tecnici qualificati come Committenti, che in tali casi non necessitano di autorizzazione da parte del Consiglio d'Amministrazione e per le fattispecie di urgenza e di somma urgenza non hanno alcun limite di spesa".

Autostrade: Mai il nostro Cda ha discusso l'urgenza dei progetti

Secondo quanto riferisce Autostrade, inoltre, "il Direttore di Tronco ha facoltà e obbligo di assumere in piena autonomia i provvedimenti sulla circolazione conseguenti ad eventuali situazioni di urgenza o somma urgenza". Tuttavia, "mai negli ultimi 18 anni il Consiglio d'Amministrazione di Autostrade per l'Italia ha discusso o valutato l'urgenza o la somma urgenza di progetti, attivando i provvedimenti conseguenti: non ne avrebbe né il titolo né la competenza. Sono stati sempre e soltanto i Direttori di Tronco ad avvalersi di tali procedure (circa 50 ogni anno attivate dalle 9 Direzioni di Tronco della rete di Autostrade per l'Italia)". Sui ritardi in seguito ai solleciti, infine, la nota chiarisce: "Nel solo 2018 si registrano in media 100 giorni di ritardo, che si sommano ai 90 previsti per l'approvazione dei progetti di questa natura dalla Convenzione. Sempre nel solo 2018, sono state sollecitate dai vari committenti della società approvazioni, autorizzazioni e adempimenti da parte del Ministero per circa 70 progetti".

Di Maio: "Ancora nessuna parola dai Benetton"

Nel frattempo da Marina di Pietrasanta, durante la festa del Fatto Quotidiano, Di Maio punta di nuovo il dito contro la famiglia Benetton (LA STORIA DEL GRUPPO): "A tanti giorni dal crollo di ponte Morandi non ho ancora sentito una parola dei Benetton. È un fatto di umanità. A gente con questa disumanità non metterei in mano nemmeno questa sedia, figuriamo ci le autostrade su cui viaggiavano gli italiani".

Toti: basta discutere, facciamo Gronda

Anche il presidente della Regione Liguria e commissario per l'emergenza Giovanni Toti è intervenuto sottolineando che "se oggi ci fosse la Gronda autostradale di Ponente, Genova non sarebbe una città spezzata in due. "Basta discutere. Facciamo partire la Gronda”. Secondo il governatore ligure “non è il momento di fare polemiche ma è il momento di imparare dagli errori che abbiamo fatto come collettività nazionale".