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Mafia, 45 milioni sequestrati al "re" degli imballaggi nel Ragusano

Cronaca
La Procura di Catania ha coordinato le indagini dei finanzieri che hanno portato all'ingente sequestro (Foto d'archvio Fotogramma)

Riconosciuta l'appartenenza di Giovambattista Puccio, detto Titta 'u ballerinu”, alle organizzazioni criminali di Cosa Nostra e Stidda: secondo la Procura di Catania, avrebbe creato un cartello mafioso di imprese

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Immobili, attività commerciali, macchine e disponibilità finanziarie: beni per un ammontare di 45 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza di Catania a Giovambattista Puccio, imprenditore leader del settore degli imballaggi nell'ortofrutta nel Ragusano.

I legami con Cosa Nostra e la Stidda

Puccio, 58 anni, è chiamato "Titta 'u ballerinu" a causa del suo legame, allo stesso tempo, con due organizzazioni mafiose storicamente rivali, Cosa nostra e Stidda, quest'ultima diffusa anche in provincia di Ragusa. Come ricordano anche le agenzie di stampa, sulle spalle ha due condanne: una nel 1999, per aver offerto assistenza a diversi latitanti appartenenti alla Stidda; la seconda nel 2003, per aver fatto parte del clan Mammasantissima di Cosa Nostra negli anni 1997 e '98.

"Un cartello mafioso di imprese"

L'uomo è in carcere dal dicembre del 2017, quando fu arrestato nell'ambito di un'operazione denominata "Ghost trash" in quanto ritenuto dagli inquirenti responsabile di aver creato "un vero e proprio cartello mafioso di imprese" che avrebbe assunto il dominio del settore degli imballaggi nel territorio di Vittoria, nel Ragusano. A Puccio all'epoca furono contestati tra gli altri i reati di mafia, intestazione fittizia di imprese e traffico illecito di rifiuti. Per la Procura distrettuale di Catania, che ha coordinato le indagini delle Fiamme gialle, il successo delle società di Puccio (amministrate da prestanome) sarebbe dipeso proprio dalla "riconosciuta appartenenza all'organizzazione mafiosa", che – pur quasi mai con il ricorso all'uso della violenza – gli ha permesso di "estromettere le aziende concorrenti che non si piegavano alle condizioni imposte, assumendo in tal modo il controllo dell'intera filiera commerciale".