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Sciopero dei mezzi pubblici a Torino, orari e linee interessate

Cronaca
La protesta, oltre ai bus, coinvolge anche tram, metro e treni locali (Archivio Fotogramma)

La protesta, indetta dal sindacato Usb nella giornata di oggi, coinvolge tram, autobus, metropolitana e servizio ferroviario

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Lo sciopero dei trasporti indetto a Torino per la giornata dell’8 maggio sta creando disagi a pendolari e viaggatori. L’astensione al lavoro è stato proclamata dal sindacato Usb e riguarda il personale di GTT, l’azienda che gestisce i mezzi pubblici cittadini. Coinvolti con diverse modalità tram, autobus, linea metropolitana e servizio ferroviario.

Gli orari

Lo sciopero, secondo quanto ha fatto sapere lo stesso Usb, durerà otto ore e interesserà il servizio urbano e suburbano della Città di Torino e Metropolitana dalle ore 9 alle ore 12 e dalle ore 17 alle ore 22.  Per quanto riguarda invece le Autolinee extraurbane e servizio ferroviario Sfm1 Pont-Rivarolo-Chieri (ferrovia Canavesana) e SfmA Torino-Aeroporto-Ceres non sono previste corse dalle ore 8 alle ore 12 e dalle ore 17.30 alle ore 21.30. Il sindacato assicura che saranno tuttavia completate le corse partite entro l’orario di inizio dello sciopero.

Le eccezioni

Non saranno interessate le linee 1 di Nichelino, 20, 21, 35 navetta, 39, 40, 41, 43, 45, 45b, 47, 48, 53, 54, 70, 73, 78, 79b, 80, 81, 82, 83, 84, OB1, gestite dalla società Ca.Nova. In questo caso, lo sciopero aziendale proclamato dall'organizzazione sindacale Faisa-Cisal avrà durata di 4 ore, dalle ore 15 alle ore 19. L’azienda specifica inoltre che la protesta potrà avere ripercussioni anche sull'operatività dei Centri di servizi al cliente e sui diversi servizi gestiti da GTT, con conseguenti possibili disagi per la clientela.

I motivi dello sciopero

La protesta, spiegano i lavoratori, è sorta come risposta a "chiusure e delocalizzazioni". Nello specifico, si parla del deposito e delle officine di via Nizza, che chiuderà a giugno provocando la dismissione dell’intero reparto tecnico della struttura: "USB è e resterà a disposizione dei lavoratori che si ritroveranno trasferiti, per impugnare e verificare la legittimità di questi provvedimenti unilaterali e non regolarmente autorizzati. Quello del deposito Nizza è l’assaggio di come questo piano industriale sarà portato avanti, cioè senza nessun riguardo dei lavoratori e dei futuri licenziati", si legge su un comunicato stampa diffuso dal sindacato.