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Maestre non laureate: subito fuori 2mila, a rischio altri 10-15mila

Cronaca
Lo sciopero dei docenti lo scorso gennaio

Parere dell’Avvocatura dello Stato in linea con la sentenza del Consiglio di Stato: 2mila tra maestre e maestri senza laurea verranno subito esclusi dalle graduatorie per il ruolo, mentre altri rischiano di fare la stessa fine. Sindacati chiedono intervento del governo

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Duemila tra maestre e maestri senza laurea verranno subito esclusi dalle graduatorie per il ruolo, mentre altri 10-15mila rischiano di fare la stessa fine. A far cadere definitivamente le speranze di maestre e maestri diplomati è stata l'Avvocatura dello Stato, il cui parere è in linea con la sentenza del 20 dicembre scorso del Consiglio di Stato. Il parere interessa le 2mila persone che avevano fatto ricorso, mentre per tutte le altre situazioni bisognerà attendere le rispettive sentenze nel merito.

Posto a rischio per 10-15mila persone

Secondo i sindacati, con l'arrivo nei prossimi mesi delle sentenze da parte dei Giudici del lavoro e dei Tar, il posto è potenzialmente a rischio per 10-15mila diplomati magistrali. Tra questi ci sono anche 5.665 persone, già di ruolo, che negli anni hanno maturato anzianità ed esperienza e spesso hanno fatto scelte di vita importanti (come trasferirsi da una regione all’altra) per non perdere la cattedra. La loro sfortuna è stata che il contratto da loro firmato conteneva una clausola risolutiva espressa che ora ne mette a rischio il posto a tempo indeterminato.

Diplomati contro laureati

La platea complessiva interessata da questa intricata vicenda supera le 43mila persone, inserite nelle graduatorie ad esaurimento a vario titolo: alcune sono attualmente in servizio, molte altre invece non hanno fatto neppure un giorno di insegnamento. Si tratta di diplomati magistrali a cui fino al 2001-2002 è stata data la possibilità di inserirsi in graduatoria. Ma una legge del '90, nel frattempo, ha previsto che servisse la laurea per insegnare anche alle scuole elementari. Da qui il crearsi del caos. Dal lato opposto vi sono coloro che aspirano a quei posti che i diplomati non laureati lascerebbero liberi se la magistratura continuasse - come probabilmente sarà dopo la sentenza del Consiglio di Stato - a dare loro torto: circa 23mila persone, laureate e molte vincitrici di concorso.

I sindacati chiedono l’intervento del governo

Per risolvere la questione i sindacati confederali e la Gilda hanno chiesto un intervento del governo, con un provvedimento d'urgenza, “che faccia salvi gli interessi di tutte le persone coinvolte ed eviti che si comprometta il buon andamento dell'attività scolastica”. “Il settore è in sofferenza – ha detto Maddalena Gissi, della Cisl Scuola – non ci sono maestri, soprattutto al Nord, in rapporto alle richieste e soprattutto nelle scuole elementari e per il sostegno. Di qui la richiesta alla politica di un provvedimento di sistema”. Anche il Miur - dove nelle scorse ore si è svolto un incontro per districare la questione - si è dichiarato favorevole a una soluzione di tipo legislativo in sede parlamentare, “nel rispetto dei diritti di tutte e tutti, a partire da quelli delle studentesse e degli studenti”, e si è messo a disposizione per il supporto tecnico-amministrativo necessario. Per il 3 maggio è già stata programmata una prima riunione tecnica di approfondimento con le organizzazioni sindacali. Il 28 aprile, invece, davanti al ministero un gruppo di maestre e maestri elementari inizierà uno sciopero della fame per chiedere una normativa che sani la situazione. L'iniziativa è stata promossa dal coordinamento diplomati magistrale abilitati.