La scoperta risale al 2015, quando un professore di Massa ha trovato il denaro del vecchio conio in un appartamento che la madre gli ha lasciato in eredità. Secondo Bankitalia il cambio in euro non è più possibile, ma una sentenza della Consulta potrebbe dargli ragione
Un professore di Massa ha trovato 30 milioni di lire in banconote in un’intercapedine di casa. Ma in banca gli è stato detto che non è più possibile cambiarli in euro. La vicenda - scrive l'agenzia di stampa Agi - è iniziata nel 2015, quando l’uomo, dopo molti anni dal decesso della madre, ha iniziato a fare dei lavori di ristrutturazione di un appartamento ereditato. Nell'anfratto di un armadio a muro ha trovato la somma di denaro nel vecchio conio in tagli da 50, 100 e 500mila lire.
La risposta della banca
Si è quindi rivolto allo sportello Bankitalia dove gli è stato comunicato che il cambio in euro non è più possibile. A suo tempo è stato stabilito un termine decennale (2002-2012) entro il quale si poteva effettuare il cambio delle lire in euro. L'uomo, per far valere le sue ragioni, si è quindi rivolto a uno studio legale e, secondo gli avvocati, riavrà i suoi soldi.
Cosa dice la legge
In questi anni infatti la giurisprudenza ha dimostrato che qualsiasi termine di prescrizione o decadenza decorre da quando il soggetto è posto in grado di far valere il proprio diritto, quindi nel caso in questione i dieci anni per il cambio lire/euro decorrerebbero dal giorno del ritrovamento delle somme in lire. Alcuni cittadini, in casi praticamente identici, hanno sollevato l’illegittimità costituzionale del decreto Monti che aveva sancito l'immediata decadenza del cambio della lira in euro. E la sentenza 216/2015 della Corte Costituzionale gli ha dato ragione dichiarando illegittima la norma e riportando il nostro Paese sulla lunghezza d'onda degli altri Paesi Ue.