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Omicidio Pescara, vittima raggiunta da 2 colpi: il mortale alla testa

Cronaca
Un'immagine dal luogo dove è stato ritrovato il corpo di Alessandro Neri (Ansa)

A rivelarlo è il comandante provinciale dei carabinieri di Pescara. Il proiettile che ha ucciso Alessandro Neri è stato recuperato durante l’autopsia. L'arma usata sarebbe di piccolo calibro. Al momento non ci sono indagati. Ancora da stabilire il luogo del delitto 

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Sono due i colpi di pistola che, esplosi a distanza ravvicinata, hanno raggiunto Alessandro Neri, il 29enne di Spoltore trovato morto giovedì scorso in un canale alla periferia Sud di Pescara. Uno di questi sarebbe stato quello mortale, e ha colpito il giovane alla testa. Mentre l'altro l’ha raggiunto all'emitorace. Il primo proiettile è stato recuperato durante l’autopsia e ha chiarito che l'arma usata è di piccolo calibro. A rivelarlo è stato il comandante provinciale dei carabinieri di Pescara che ha anche spiegato che al momento non ci sono indagati per l'omicidio. Poi una precisazione: "Non siamo in grado di stabilire con certezza se sia stato ucciso sul luogo del ritrovamento". 

Nessuna traccia di colluttazione 

Il colonnello ha anche fatto sapere che "dall'autopsia non è emersa colluttazione che possa avere riguardato il volto o il corpo" della vittima. "Il colpo alla testa - ha aggiunto - è stato rintracciato nella calotta cranica". Il proiettile in questione, che è stato recuperato, è poi stato affidato all'esame dei Carabinieri del Ris di Roma.  

Sul luogo del ritrovamento niente effetti personali

Il colonnello ha poi spiegato che non sono stati trovati effetti personali, come documenti o carte di credito. Sul luogo del ritrovamento del corpo non c’erano nemmeno le chiavi della macchina. Il portafoglio, come già emerso, non è stato trovato perché il ragazzo "non era solito utilizzarlo". Il telefono cellulare, invece, è stato recuperato.

Si indaga sulle ultime ore di vita di Neri

Le ultime rivelazioni arrivano dopo che, questa mattina, si era tenuto un incontro a Pescara, tra i Carabinieri, il procuratore e il sostituto procuratore, per fare un punto della situazione sulle indagini che proseguono e che includono l’ascolto di parenti, amici e conoscenti del giovane.  Il lavoro degli inquirenti ha come obiettivo quello di ricostruire le ultime ore di vita del ragazzo e di accertare cosa sia accaduto tra il momento in cui è uscito di casa, lunedì scorso (5 marzo), e il ritrovamento dell'automobile avvenuto il mercoledì mattina successivo. Ma, per capire cosa sia successo nelle ultime ore di vita di Alessandro, potrebbero essere determinanti anche i tabulati telefonici, utili a chiarire chi siano le persone con cui è entrato in contatto. Nella giornata di ieri, intanto, era stata ascoltata per circa tre ore la madre del 29enne. Sempre l’11 marzo la salma del ragazzo era stata riconsegnata ai famigliari.