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Raid razzista a Macerata, chi sono i feriti

Cronaca
L'auto usata da Luca Traini nella sparatoria (Ansa)

Sono tutti migranti che arrivano dall'Africa sub-sahariana e hanno tra i 20 e i 33 anni. Fra i bersagli della caccia all'uomo di Luca Traini, anche una ragazza. Secondo la Procura, oltre ai sei ricoverati il 28enne avrebbe esploso dei colpi contro altre cinque persone

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Sono tutti migranti tra i 20 e i 33 anni di età. È questo il tratto che accomuna le sei persone ricoverate dopo essere rimaste ferite a Macerata nell’incursione razzista di Luca Traini del 3 febbraio: Jennifer, Gideon, Omar, Wilson, Mahamadou e Festus. Ognuno di loro è in condizioni stabili, nessuno è in pericolo di vita e sono tutti vigili. "Ma sono spaventati, si sono sentiti oggetto di una caccia all'uomo", racconta il responsabile dell'Area vasta 3 della città, Alessandro Maccioni. Secondo la Priocura, però, le vittime del raid sarebbero 11: il 28enne avrebbe sparato ad altre cinque persone di origine straniera, tre delle quali non sono state colpite e altre due che, dopo aver chiesto l'intervento dei sanitari, non si sono fatte trovare, forse perché non avevano i documenti in regola. "Quando l'ambulanza è arrivata sul posto, non ha trovato nessuno - ha spiegato il 118 - Né si è presentato qualcun altro, ferito con un'arma da fuoco, nelle strutture sanitarie della zona".

I feriti: tutti giovani e originari dell'Africa sub-sahariana

Il più grande dei feriti è nato nel 1985, il più giovane nel 1997. Fra di loro, anche una donna, Jennifer, 29enne di origine nigeriana colpita alla spalla. Le condizioni più gravi sono quelle di Mahamadou, 28enne maliano ricoverato in rianimazione con un ematoma al fegato. Wilson, 20enne di orgine ghanese, ha riportato alcune fratture alle costole e una contusione polmonare; quando Traini gli ha sparato era con Festus, 32enne di origine nigeriana, unico ricoverato ad Ancona per una sospetta lesione vascolare al braccio destro. Gideon, 26enne, anche lui arrivato dalla Nigeria, è stato invece colpito alla gamba. L'unico già dimesso dall'ospedale è Omar, 23enne originario del Gambia che è stato colpito solo di striscio alla coscia destra. I ragazzi sono vigili, ma parlano poco: la comunicazione non è facile: "Qualcuno parla inglese ma male, il francese male. Italiano quasi niente". Tutti sono spaventati e sorpresi: "Sono impauriti, hanno lo sguardo perso, perché si sono sentiti oggetto di una caccia all'uomo senza sapere il perché", racconta ancora Maccioni. Per questo, la struttura sanitaria darà loro un supporto psicologico.

Il raid razzista e l'arresto

La procura ha formulato l'accusa di strage aggravata dalle finalità di razzismo contro Luca Traini: l’uomo che sabato mattina ha tenuto in scacco per circa due ore Macerata e a bordo della sua auto, poco prima delle 12, ha sparato sui passanti in diverse zone della città prendendo di mira, in particolare, persone di colore. Al giovane sono stati contestati anche porto abusivo di armi (aveva il permesso per uso sportivo) e altri reati. Il 28enne, marchigiano e incensurato, nella notte è stato trasferito nel penitenziario di Montacuto, ad Ancona. È lo stesso carcere in cui si trova il 29enne cittadino nigeriano arrestato per la morte della 18enne Pamela Mastropietro, il cui cadavere smembrato è stato ritrovato nei giorni scorsi in due trolley, nelle campagne di Pollenza. Si pensa che proprio l’omicidio della ragazza avrebbe scatenato la reazione di Traini. L'uomo, infatti, non avrebbe sparato in zone a caso di Macerata, ma avrebbe scelto vie in qualche modo legate all’omicidio della giovane.