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Ragazza fatta a pezzi, gip convalida il fermo

Cronaca

Il 29enne nigeriano è accusato di omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere. L'autopsia non ha chiarito le cause del decesso della giovane che si era allontanata dalla comunità di recupero e che sarebbe entrata in contatto col sospettato forse per acquistare droga

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L'allontanamento dalla comunità di recupero Pars di Corridonia (Macerata) il 29 gennaio, che gli operatori hanno cercato inutilmente di evitare, inseguendola anche in auto; la notte passata alla stazione di Macerata; l'acquisto di dolcetti in una panetteria di via Spalato il giorno seguente e poi il contatto con il pusher nigeriano accusato di averla uccisa e smembrata poco distante. Fotogrammi degli ultimi giorni di vita di Pamela Mastropietro, 18 anni, romana, il cui cadavere è stato trovato fatto a pezzi in due trolley nelle campagne di Pollenza.

Convalidato il fermo

Il gip di Macerata Giovanni Manzoni ha convalidato l'arresto del 29enne nigeriano accusato di omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere in relazione. Disposta la custodia cautelare in carcere. L'uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Si cerca ancora di chiarire le cause del decesso della giovane che sarebbe entrata in contatto con il nigeriano forse per acquistare droga.

Testimoni e indizi

Due testimoni inchiodano il 29enne in altrettanti momenti chiave della tragica sequenza: la mattina del 30 in compagnia della ragazza davanti alla farmacia in via Spalato dove lei aveva acquistato una siringa, la sera con i trolley contenenti il corpo della giovane, abbandonati poi sul ciglio della strada a Pollenza. Completano il quadro i vestiti di Pamela sporchi di sangue (un pellicciotto ecologico e i pantaloni), lo scontrino della farmacia trovati nell'abitazione del 29enne sempre in via Spalato e macchie di sangue sparse per la casa e sul balcone. 

Complici

Da chiarire anche la presenza di eventuali complici: ieri per due ore i militari hanno ascoltato di nuovo il 'tassista' di origine camerunense che aveva riferito di aver accompagnato il nigeriano a Pollenza e di non essere stato a conoscenza del contenuto dei trolley. Al momento il suo ruolo nell'inchiesta è quello del 'testimone-chiave', ma le indagini proseguono per individuare possibili responsabilità di altri.