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Coppia dell'acido, Cassazione: Boettcher fu ideatore dell'aggressione

Cronaca
Alexander Boattcher è stato condannato a 14 anni per l'aggressione a Pietro Barbini (Ansa)

Nelle motivazioni del verdetto emesso lo scorso 21 dicembre, la Suprema Corte ha riconosciuto all'uomo il ruolo di "compartecipe" e "architetto" nell'agguato compiuto insieme alla fidanzata Martina Levato ai danni di Pietro Barbini

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Alexander Boettcher - l'uomo che con la ex compagnia Martina Levato aggredì e sfigurò tre giovani a Milano - è stato "ideatore" e non semplice "spalla" dell'agguato a Pietro Barbini. Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni del verdetto che lo scorso 21 dicembre ha confermato la condanna a 14 anni di reclusione per l'imputato in relazione all'agguato a Barbini.

L'aggressione a Barbini

Il 28 dicembre 2014 Martina Levato gettò due litri di acido muriatico in faccia all’ex compagno di liceo ed ex fidanzato Pietro Barbini. Il ragazzo viene colpito in pieno, è gravemente ustionato e rischia di perdere un occhio. L’uomo viene subito arrestato e Martina Levato presa qualche ora più tardi. Gli inquirenti scopriranno poi quattro diversi episodi simili.

Prima condanna definitiva

Quella per l'aggressione compiuta ai danni di Barbini è la prima condanna definitiva riportata da Boettcher oltre a quella a 23 anni in grado di appello per le altre aggressioni con l'acido. Martina Levato dovrà invece scontare 20 anni, anche lei ha fatto ricorso in Cassazione. I due sono in prigione dal 2014. Nelle motivazioni, viene rigettata la tesi difensiva per la quale Boettcher sarebbe stato solo "spalla" della sua ex, spiegando come non ci sia alcuna incompatibilità tra il ruolo svolto dall'imputato come "ideatore" e "compartecipe" dell'azione. Nonostante il lancio dell'acido sia stato fisicamente compiuto dalla Levato, infatti, sarebbe Boettcher il vero "architetto" dell'azione delittuosa.

Le motivazioni

"Boettcher - scrive la Cassazione nel verdetto - pur essendo il vero "architetto" dell'azione delittuosa, avendo ideato l'esecuzione dell'efferato crimine come momento di espiazione e di purificazione della donna con la quale aveva deciso di condividere la vita, si ritaglia, nella fase esecutiva, un ruolo più defilato, lasciando che sia la Levato ad aggredire il Barbini attraverso il concordato lancio dell'acido, ma incitando all'azione la donna (che si trovava subito avanti a lui nel momento dell'aggressione) ed inseguendo la vittima con un martello proprio al fine di neutralizzarlo e di evitare che lo stesso potesse chiedere aiuto".

Boettcher fermato dalla vittima e dall'intervento dei poliziotti

Sulla base della descrizione dei fatti realizzata da Barbini, i supremi giudici hanno inoltre sottolineato che Boettcher non riuscì a portare alle estreme conseguenze la sua azione solo perché neutralizzato dalla vittima e, successivamente, arrestato dalla polizia. All'agguato a Barbini - che Boettcher voleva punire per purificare Martina Levato dalla relazione che aveva avuto con la vittima - era presente anche Andrea Magnani, altro complice della coppia, a suo volta condannato in appello a nove anni, come 'basista'.