Secondo l’Istituto di statistica, inoltre, nel 2016 sono aumentati sia immigrati che emigrati. Tornano a crescere anche le migrazioni interne
Le nazionalità più presenti
La comunità romena, con 45mila iscritti all’anagrafe, è sempre la più numerosa tra i flussi di immigrazione in Italia. Ma continuano a crescere anche gli arrivi dall'Africa. Dopo i romeni, la seconda comunità è quella pakistana (15mila). Seguono nigeriani (15mila), marocchini (15mila), albanesi (13mila) e cinesi (12mila). Per quanto riguarda i cittadini africani, incrementi significativi degli ingressi si registrano per i cittadini guineiani (+161%), ivoriani (+73%), nigeriani (+66%) e ghanesi (+37%). Sono molto consistenti anche i flussi di pakistani (15 mila, +30%), albanesi (13mila, +12%) e brasiliani (10 mila, +50%). In calo, invece, le immigrazioni dei cittadini di area asiatica: cingalesi (-18%), cinesi (-17%), bengalesi (-14%) e indiani (-11%).
I laureati lasciano l’Italia
L’Istat, nel suo report, certifica anche che i laureati italiani che lasciano il Paese sono in aumento. Sono quasi 25mila nel 2016 (+9% sul 2015), anche se, fa notare l’Istituto di statistica, tra chi emigra restano più numerosi quelli con un titolo di studio medio-basso (56mila, +11%). Per quanto riguarda le destinazioni, il Regno Unito si conferma il Paese preferito da chi va via dall'Italia: lo sceglie il 21,6%, seguito dalla Germania (16,5%), dalla Svizzera (9,9%) e dalla Francia (9,5%).
Torna a crescere l'emigrazione interna
Nel 2016, dice ancora l’Istat, torna a crescere anche l’emigrazione interna. Il fenomeno era in calo da tre anni. Nel 2016 i trasferimenti hanno coinvolto un milione e 331mila persone (+4% sul 2015), con spostamenti per lo più di breve e medio raggio. Nel 76% dei casi avvengono tra comuni della stessa regione (1 milione e 6mila). Il confronto con il 2015, fa sapere l’Istat, mette in evidenza un aumento di attrattività per quasi tutte le regioni del Centro-Nord e, viceversa, una propensione più marcata a lasciare le regioni del Mezzogiorno. Le province più attrattive sono Bologna, Rimini e Trieste. Il saldo migratorio interno, inoltre, evidenzia una perdita di residenti soprattutto nelle province siciliane e calabresi: Vibo Valentia, Enna, Caltanissetta, Reggio Calabria e Matera sono quelle con il saldo negativo più elevato. A muoversi all’interno del nostro Paese sono anche i cittadini stranieri, i cui spostamenti sono stati 230mila, circa 27mila in più rispetto al 2015. A muoversi sono sia gli uomini che le donne. Ma se per queste ultime il massimo della mobilità si registra all'età di 27 anni, per i primi è a 31 anni. Invece, l'età media di coloro che si spostano all'interno del territorio nazionale è di 34,7 anni per gli uomini e di 35,9 per le donne. Per gli stranieri, invece, è di 32 anni. L'Istat, infine, registra anche un aumento della mobilità tra gli ultrasessantacinquenni, con un +18% dal 2006 al 2016.