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Adolescenti condividono selfie hot su WhatsApp. Foto finiscono in Rete

Cronaca

Giulia Floris

Online scatti che le ragazze, di Modena e Reggio Emilia, avevano condiviso tra loro per gioco. A sollevare il caso l'associazione anti-pedofilia La Caramella buona, che invita le giovani a denunciare, per facilitare la rimozione del materiale da parte della polizia

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Una chat nata per gioco tra ragazze, con foto e video sexy, si è trasformata in un incubo per un gruppo di oltre 60 ragazze adolescenti di Modena e Reggio Emilia. Tutto inizia la scorsa estate, come riporta il Resto del Carlino che per primo ha reso nota la vicenda, quando le ragazze cominciano per gioco a condividere in un gruppo WhatsApp selfie a sfondo erotico.

Online il "catalogo" delle ragazze

Centinaia di foto e video che dovevano restare segreti ma che arrivano nelle mani di qualcuno che non appartiene al gruppo, forse il fidanzato di una di loro, e cominciano a circolare. Prima si diffondono sui social network, poi, attraverso un link di Dropbox. Grazie al sistema di condivisione di file, chiunque entri in possesso del link sembra possa accedere a un vero e proprio archivio di materiale pedopornografico, dove le ragazze sarebbero state addirittura indicate con nome e cognome. Per ognuna di loro, immagini privatissime alla mercé di chiunque.

L'appello alle vittime perché denuncino

E' stato il fidanzato di una delle ragazze, una volta venuto a conoscenza di cosa stava capitando alla fidanzatina 17enne, a rivolgersi all'associazione anti-pedofilia La Caramella buona di Reggio Emilia, che ha chiesto immediatamente l’intervento della polizia postale. Ma perché il materiale venga rimosso il prima possibile, secondo Roberto Mirabile, che de La Caramella Buona è il presidente, è necessario che arrivino anche le denunce delle vittime. "Per questo – dice a Sky TG24.it – il nostro è un appello alle ragazze affinché si facciano coraggio e denuncino". "Devono ricordarsi  - continua - che in questa storia sono loro le vittime, che sono esposte al rischio di ricatti e non devono avere paura di parlare coi genitori e con le forze dell'ordine". E secondo Mirabile tra oggi e domani le prime denunce dei genitori di alcune minorenni dovrebbero arrivare, permettendo così di accelerare le indagini e il processo che porterà alla rimozione del materiale.

I numeri del sexting

Il brutto episodio che ha coinvolto le giovani emiliane, purtroppo, non è però un fenomeno isolato. Secondo un’indagine del 2016 del Censis sulle scuole italiane, il 10% dei presidi ha dovuto affrontare casi di sexting (dove appunto gli adolescenti scambiamo foto o video sessualmente espliciti) e per il 18% dei dirigenti scolastici il sexting vede coinvolto tra il 5% e il 30% dei ragazzi. E il fenomeno si manifesta a un’età sempre più precoce. Secondo uno studio dell’osservatorio nazionale adolescenza, la pratica di scattare e condividere foto e video intimi coinvolge il 6% dei preadolescenti dagli 11 ai 13 anni, di cui il 70% sono ragazze, e circa un adolescente su 10 dai 14 ai 19 anni.