Lunedì a Regina Coeli è previsto l’interrogatorio di garanzia dei due giovani accusati di aver sequestrato e violentato due 14enni in un boschetto della Capitale. Il giudice in un’ordinanza ha scritto: “L’incubo è durato un’ora, le ragazze minacciate di morte"
Lunedì mattina a Regina Coeli, alle 10, si terrà l'interrogatorio di garanzia davanti al gip per i due giovani di 21 e 26 anni arrestati con l’accusa di aver sequestrato e violentato, in maniera premeditata, due ragazze di 14 anni in un boschetto del quartiere romano del Collatino il 10 maggio scorso.
L’ordinanza del gip
Il primo confronto tra gli inquirenti e i due ragazzi, entrambi di etnia rom, potrebbe rappresentare un primo snodo importante nell'inchiesta che ha portato alla luce la vicenda. Il giudice per le indagini preliminari, Costantino De Robbio, ha descritto le varie fasi in cui si è consumato lo stupro in un’ordinanza di sei pagine da cui emerge la "estrema freddezza e determinazione" unite "ad un'assoluta mancanza di scrupoli e a una non comune ferocia" che i due arrestati hanno avuto verso le vittime.
Possibili strategie difensive diverse
Non è escluso che nell'interrogatorio di convalida, le strategie difensive dei due ragazzi possano scindersi. In particolare, uno dei due potrebbe avvalersi della facoltà di non rispondere mentre l’altro potrebbe affrontare le domande del gip nel tentativo di "alleggerire" la sua posizione. L’impianto accusatorio si è rafforzato il 2 agosto scorso quando le ragazze, nell'ambito di un incidente probatorio, "hanno ricostruito - scrive il gip - in maniera non contraddittoria lo stupro e hanno dato particolari utili per l’identificazione”.
La ricostruzione
Le ragazze hanno affermato che uno degli arrestati ha corteggiato in chat una delle due per alcune settimane e poi le ha chiesto di uscire invitandola a portare anche una sua amica, assicurando che lui avrebbe fatto lo stesso. All'appuntamento, fissato nel tardo pomeriggio del 10 maggio, la ragazza si è presentata con un'amica. Secondo quanto raccontato dalle due minorenni l'incubo sarebbe durato circa un’ora. Sono state violentate e minacciate di non raccontare niente a nessuno. È emerso che uno degli stupratori avrebbe anche contattato "la madre di una delle ragazze, forse anche per appurare se le vittime avessero rispettato la consegna del silenzio".