'Ndrangheta a Seregno, scarcerato il costruttore arrestato con sindaco
CronacaAntonino Lugarà era finito in carcere con l'accusa di corruzione nell'ambito del maxi-blitz delle Procure di Monza e Milano. Per il tribunale del Riesame non ci sono gravi indizi di colpevolezza
Mancanza dei gravi indizi di colpevolezza: con questa motivazione il tribunale del Riesame di Milano ha deciso la scarcerazione di Antonino Lugarà. L'imprenditore era stato arrestato con l'accusa di corruzione quasi un mese fa nel maxi-blitz delle Procure di Monza e Milano contro la 'ndrangheta.
I presunti rapporti col sindaco di Seregno
Lugarà, difeso dai legali Luca Ricci e Bruno Brucoli, era finito in carcere con l'accusa di aver procurato voti per l'elezione del sindaco di Seregno (Monza e Brianza) Edoardo Mazza di Forza Italia, anche lui arrestato, in cambio del via libera alla realizzazione di un centro commerciale. Durante la maxi-operazione nell'ambito di un'inchiesta su infiltrazioni della 'ndrangheta nel mondo dell'imprenditoria e della politica in Lombardia vennero eseguite 27 misure cautelari: 21 in carcere, 3 ai domiciliari e 3 interdittive.
La strategia difensiva
La difesa nel ricorso aveva puntato, in particolare, a smontare l'accusa di corruzione in due punti: spiegando che il piano attuativo per la realizzazione del centro commerciale era del tutto legittimo e poi che non ci sarebbe stato alcun procacciamento di voti come prezzo della corruzione da parte di Lugarà. Il costruttore, già nell'interrogatorio di garanzia davanti al gip, aveva spiegato che lui si era limitato a dare "consigli di voto" del tutto leciti, tra l'altro per due candidati consiglieri, uno eletto e l'altro no, che hanno preso in tutto solo "100 voti", e da imprenditore era "assillante" perché si "recava tutti i giorni" negli uffici comunali di Seregno e telefonava al sindaco, dato che quella pratica sul via libera alla realizzazione del centro commerciale era "un atto dovuto e legittimo".