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Uomo ucciso e gettato in tombino, confessano il figliastro e l'amico

Cronaca

Poco dopo il fermo, i ragazzi di 16 e 15 anni hanno ammesso il delitto e il tentativo di occultare il cadavere. La lite col patrigno, finita con il 71enne assassinato con un colpo di fucile in testa, sarebbe stata l’ennesima per soldi. L’omicidio a Pedara, nel Catanese 

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Ha confessato il ragazzo di 16 anni che a Pedara, nel Catanese, avrebbe ucciso il patrigno 71enne con un colpo di fucile alla testa e poi, insieme all’amico 15enne, avrebbe tentato di nascondere il cadavere in un tombino. Il movente, avrebbe spiegato senza mostrare segni di pentimento, sarebbe stata l’ennesima lite per questioni di soldi.

Udienza di convalida fermi nei prossimi giorni

Nei primi giorni della prossima settimana è in programma, davanti al Gip del Tribunale per i minorenni di Catania, l'udienza di convalida del fermo dei due giovani. Il reato di omicidio contestato ai due è aggravato dalla premeditazione, dai futili motivi e dall'occultamento del cadavere. I ragazzi sono stati portati in un centro di prima accoglienza.

Il delitto

Il cadavere del pensionato è stato trovato venerdì mattina, ma secondo i primi accertamenti la morte dell’uomo risale a quattro giorni prima. A uccidere l'uomo sarebbe stato il figliastro, che al culmine dell'ennesima lite con il patrigno avrebbe esploso un colpo di fucile che ha raggiunto l’anziano alla testa. L’altro ragazzo avrebbe assistito al delitto e poi avrebbe aiutato l’amico a nascondere il cadavere. I due ragazzi, dopo aver avvolto il corpo in una coperta, l’avrebbero gettato all'interno di una vasca fognaria in giardino, vicino alla casa, e avrebbero tentato di ripulire la scena del crimine.

La confessione

A dare l’allarme sarebbero stati i vicini, preoccupati perché da giorni non vedevano il 71enne. I carabinieri, arrivati a casa della vittima, prima di scoprire il cadavere hanno trovato tracce di sangue e di materiale biologico maldestramente ripulite. Nella villa, poi, sono stati trovati gli abiti usati da uno dei minori durante l'omicidio, ancora sporchi di sangue, e l'arma che sarebbe stata utilizzata: un fucile calibro 12 di proprietà della vittima. Le indagini si sono subito concentrate nell’ambito familiare. Venerdì pomeriggio i due ragazzi sospettati sono stati portati in caserma e, dopo alcune ore, hanno raccontato dei contrasti e delle liti e hanno confessato il delitto.