Acqua inquinata, scontro tra Veneto e ministero Salute sui Pfas

Cronaca
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Il governatore Luca Zaia annuncia misure per ridurre drasticamente la concentrazione di sostanze perfluoroalchiliche dannose per la salute. "Prendiamo atto  che nel governo manca la volontà politica di gestire questo problema". Lorenzin: "No scaricabarile" 

Scontro tra Veneto e ministero della Salute sui limiti della concentrazione nelle acque potabili di Pfas, le sostanze che servono a rendere i tessuti impermeabili che sono una  minaccia per la salute. La Regione governata da Luca Zaia chiede di fissare una soglia alla concentrazione di Pfas nelle acque potabili, che non c'è nella legislazione nazionale, per gestire l'emergenza nelle province di Vicenza, Verona e Padova, un'area con circa 350mila abitanti. Zaia ha annunciato che la Regione stabilirà da sola “una drastica riduzione” e ha definito “scandaloso” l'atteggiamento del ministero che, “negando la necessità di limiti nazionali, fa finta di non vedere la realtà e di fatto ci dice di arrangiarci”. “Scaricare le responsabilità non è una buona cosa su azioni così pesanti sul piano ambientale, perdurate nel tempo e tempestivamente arginate dal ministero”, ha replicato il  ministro della Salute Beatrice Lorenzin

Cosa sono i Pfas

I Pfas (sostanze perfluoro-alchiliche) sono una famiglia di composti prodotti da decenni come sostanze idro e olio repellenti utilizzate nell’industria degli arredi e del vestiario. Per la loro resistenza termica vengono anche utilizzati come componenti delle schiume ignifughe. Studiati attentamente solo negli ultimi anni, i Pfas si sono rivelati pericolosi per la salute riproduttiva, ma anche per la loro capacità di aumentare nelle persone esposte il livello di colesterolo e aumentare il rischio di alcuni tumori.

La contaminazione in Veneto

Prodotti dagli anni Sessanta nella piana veneta fra Padova, Verona e Vicenza, sono stati versati per decenni nelle acque superficiali delle campagne e da lì sono arrivati nelle falde contaminando un’area molto estesa, che comprende 21 Comuni. L’allarme in Veneto è stato dato solo nel 2013, quando ormai la contaminazione era un dato di fatto.

Zaia pronto a varare legge

Lunedì scorso il ministero della Salute - contraddicendo le richieste del 18 maggio e del 23 agosto arrivate dal ministero dell'Ambiente - ha respinto la proposta di realizzare una direttiva nazionale e un conseguente monitoraggio in tutto il Paese. Il governatore del Veneto Luca Zaia ha dunque annunciato che nel corso della settimana prossima la sua giunta adotterà direttamente provvedimenti che porteranno a una forte riduzione dei limiti della concentrazione di Pfas nelle acque potabili:  "Non c’è che da prendere atto - ha dichiarato Zaia - dell'atteggiamento scandaloso del Ministero della Salute. Annuncio che da questo momento ci arrangiamo e, in piena autonomia, procederemo a una drastica riduzione dei limiti in Veneto".

Lo scontro con il Ministero della Salute

Non si è fatta attendere la risposta del ministro Beatrice Lorenzin. "Questo rimpallo di responsabilità - ha replicato - non è una buona cosa quando si parla di azioni così pesanti sul piano ambientale, che sono perdurate nel tempo e che tra l'altro sono state tempestivamente individuate ed arginate da questo ministero". "Mi sorprende - ha aggiunto - che Zaia dica che il governo non agisce rispetto a questa situazione". Sui Pfas, ha evidenziato Lorenzin, il ministero "è intervenuto con l'Istituto superiore di sanità, e non solo; abbiamo individuato il problema ormai qualche anno fa, ma abbiamo invitato la Regione Veneto a procedere e ad arginare quello che e' un fenomeno ad altissimo rischio per tutta la popolazione".

Galletti: da governo grande impegno

"Credo non ci sia mai stato un impegno tanto serio e determinato sui PFAS quanto quello messo in campo dal ministero dell'Ambiente e più in generale dai governi Renzi e Gentiloni in questi anni". Ha affermato il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, replicando alle affermazioni del presidente della Regione Veneto Luca Zaia, e citando un impegno complessivo dell’esecutivo di oltre 100 milioni.  "Oggi - dice - ci sono standard di qualità ambientale per le acque superficiali e sotterranee che includono per la prima volta anche i PFAS, imponendo un monitoraggio sul rispetto dei valori soglia anche oltre i confini veneti. Spetta poi alla Regione creare le condizioni di maggior tutela per il proprio territorio, conciliandole con le esigenze di sviluppo e armonizzandole alla legislazione europea e nazionale".

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