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Firenze, segrega la figlia e la dà in sposa per 15mila euro: arrestato

Cronaca
(Foto d'archivio)

Il 49enne di origine serba avrebbe segregato in casa la giovane per quattro anni dopo aver combinato un matrimonio con un connazionale. La ragazza è riuscita a chiedere aiuto a un coetaneo tramite un gioco per smartphone. Save the Children: "Forse non è un caso isolato"

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Una giovane 17enne, segregata in casa da quattro anni e promessa in sposa a un uomo che non conosceva per 15 mila euro, è riuscita a salvarsi chiedendo aiuto a un coetaneo attraverso la chat di un gioco per smartphone. È accaduto a Firenze, dove la polizia ha arrestato il padre della ragazza, un 49enne di origine serba: è accusato di riduzione in schiavitù.

L’accordo da 15mila euro

Secondo quanto ricostruito dalla squadra mobile la giovane, originaria dell'est Europa e residente nel capoluogo toscano, quattro anni fa era stata promessa in sposa dal padre a un connazionale residente in Francia. L'accordo prevedeva il pagamento di 15 mila euro, 4 mila dei quali furono versati come acconto 10 mesi dopo, quando la famiglia del futuro sposo si recò in Italia. In occasione di quel viaggio fu stabilito che in attesa delle nozze la ragazzina avrebbe dovuto mantenere la verginità, dimagrire e imparare a fare le faccende domestiche, pena la restituzione della somma versata.

La richiesta di aiuto grazi al wi-fi

A quel punto per l’allora 13enne è iniziato l’incubo: sarebbe stata segregata in casa dai genitori, che le permettevano di uscire solo poche volte al mese per fare la spesa, sempre in compagnia di uno degli uomini di famiglia. Ma, nonostante non le fosse permesso possedere denaro e le fosse stata tolta la scheda telefonica, la ragazzina è riuscita a chiedere aiuto a un coetaneo accedendo alla chat di un gioco per smartphone grazie a una connessione wi-fi. Il giovane, residente in Sicilia, ha segnalato il caso a un centro antiviolenza fiorentino che ha fatto scattare le indagini.

Save the Children: “Potrebbero esserci altri casi”

Secondo Save the Children “potrebbe essere un caso non isolato in Italia e non possiamo ignorare ancora l’esistenza di tali situazioni” per le quali, sottolinea l’organizzazione internazionale, nel nostro Paese manca un monitoraggio. Nel mondo ogni anno fenomeni di questo tipo riguardano circa 15 milioni di ragazze che si sposano prima di aver compiuto i 18 anni e, di queste, 4 milioni prima dei 15 anni.

Il ddl in discussione al Senato

“È necessario dotarsi di un registro nazionale per analizzare i casi emersi e, allo stesso tempo, secondo quanto indicato dalla Convenzione di Istanbul, introdurre anche in Italia il reato relativo ai matrimoni forzati”, ha detto Raffaella Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children, secondo cui va costruita una rete di protezione che coinvolga le istituzioni scolastiche e gli operatori sociali. “Ci auguriamo - ha proseguito Milano - che il ddl attualmente in discussione presso la Commissione Giustizia del Senato che introduce alcune disposizioni in materia di prevenzione dei matrimoni forzati faccia il suo corso il prima possibile”.


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