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Roma, fatta a pezzi e gettata in cassonetti: il fratello confessa

Cronaca
Il cassonetto, nella zona Parioli, dove sono stati trovati gli arti della donna

Prima le gambe di una donna, qualche ora dopo altre parti del corpo buttate dentro a secchi neri. E' questa la macabra scoperta fatta al quartiere Parioli e nel vicino Flaminio. L'uomo è stato portato a Rebibbia

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Ha confessato il fratello della donna trovata a pezzi in diversi cassonetti a Roma. Il corpo era stato ritrovato smembrato: le due gambe, sezionate all'altezza dell'inguine, all'interno di un cassonetto della spazzatura nel quartiere Parioli di Roma. Qualche ora dopo, altre parti del cadavere dentro sacchi neri abbandonati nel vicino quartiere Flaminio. 

La confessione

Dopo dieci ore di interrogatorio l'uomo è crollato in Questura. "Sì, sono stato io", ha ammesso davanti agli investigatori, che lo hanno arrestato e portato nel carcere di Rebibbia con le accuse di omicidio e occultamento di cadavere. A scatenare la furia dell'uomo, secondo quanto ricostruito, sarebbe stata l'ennesima lite per motivi economici.

Il ritrovamento del cadavere

Le indagini della squadra Mobile hanno preso il via quando una nomade che rovistava nei secchioni ha rinvenuto intorno alle 20 del 15 agosto due gambe di donna tenute insieme da un nastro adesivo all'interno di un cassonetto. Nonostante abbia avuto un piccolo malore, è riuscita comunque a lanciare l'allarme al vicino commissariato.

Inchiodato dalle telecamere

Dalla visione delle immagini delle telecamere di sicurezza di un negozio, gli investigatori sono riusciti a risalire all’uomo, ripreso nei video mentre si avvicinava in auto al cassonetto e gettava un sacco. L'uomo è stato così fermato e portato in Questura, dove è stato interrogato. Sarebbe stato lui, secondo quanto si apprende, ad indirizzare i poliziotti ai cassonetti che aveva utilizzato dopo l'omicidio, a due passi dall'appartamento in cui viveva con la sorella. Oltre alle gambe gettate in un cassonetto, l'uomo si è disfatto del resto del corpo in un altro bidone, e infine di alcuni abiti ed effetti personali della donna in un terzo cassonetto in via Pannini.

Forse motivazioni economiche

Spesso, stando a quanto ricostruito dagli investigatori, i due avevano liti per questioni economiche: a lavorare era solo la sorella e lui le faceva spesso richieste di denaro. L'ennesima discussione il giorno prima di Ferragosto sarebbe stata la causa del delitto. L'omicida avrebbe prima strangolato la sorella e poi utilizzato un'ascia o una sega per sezionare il cadavere e inserirlo in alcuni sacchi della spazzatura. "Mi sento di escludere che dietro questa vicenda possano esserci motivazioni di tipo economiche", il parere dell'avvocato del reo confesso.