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Roma, assolto l'ex consigliere comunale Francesco Maria Orsi

Cronaca
Il Campidoglio, sede del Comune di Roma (Ansa)

La sentenza del tribunale penale per la vicenda delle “case fantasma”. Secondo verdetto favorevole in sei mesi per l’ex consigliere Pdl, stretto collaboratore della prima giunta Alemanno

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Assoluzione per l'ex consigliere comunale di Roma (già delegato al decoro dell'allora sindaco Alemanno), Francesco Maria Orsi. Era accusato di associazione a delinquere e truffa, in relazione alla presunta vendita di immobili “fantasma”. La sentenza è dei giudici della sesta sezione penale del tribunale di Roma. È la seconda pronuncia favorevole incassata da Orsi, assolto anche il 5 gennaio scorso da un’altra contestazione di riciclaggio.

Il verdetto

La vicenda, che vedeva l’ex rappresentante della giunta Alemanno imputato di truffa e associazione a delinquere, riguardava un presunto raggiro da un milione e 200mila euro. Compiuto, secondo la tesi sostenuta dalla procura, ai danni di 16 ignari acquirenti (costituitisi parte civile nel processo) di unità immobiliari mai realizzate in un complesso residenziale che avrebbe dovuto sorgere in via della Maglianella.

I coimputati

Oltre a Orsi, i giudici capitolini hanno assolto altri tre coimputati, ai quali la pubblica accusa contestava di aver venduto “case fantasma” in un comprensorio dove sarebbero dovute sorgere dodici palazzine per lo più destinate a militari. Per i quattro imputati, l'accusa aveva chiesto la condanna a 3 anni e mezzo di reclusione.

La soddisfazione dei legali

“È con grande soddisfazione - ha commentato il difensore di Orsi, l’avvocato Romeo Reboa - che il mio cliente ha accolto la notizia della sua assoluzione al termine di un processo durato oltre 4 anni e di una gogna mediatica oltre sei, che gli hanno sconvolto la vita”. “Purtroppo - ha concluso - i tempi della giustizia non potranno restituire all'Orsi quella vita che, fortunatamente, l'imparzialità e la competenza della Magistratura giudicante gli permetteranno di proseguire. Mostrando il proprio volto alla luce del sole, come può farlo solo chi è stato giudicato innocente”.

L’altro processo

L’ex responsabile del Decoro urbano nell’amministrazione guidata dal sindaco Gianni Alemanno, era già finito nei guai per alcune operazioni bancarie sospette. Vicenda dalla quale però è uscito con un’altra assoluzione, pronunciata dai giudici di primo grado. Oggetto dell’accusa di riciclaggio era un versamento del 2006 sul proprio conto corrente di otto assegni per complessivi 80mila euro. Denaro che per l'accusa avrebbe rappresentato il frutto di una truffa compiuta ai danni di alcuni disabili. Una tesi che non ha convinto, evidentemente, il tribunale.