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Caso Yara, Pg: "Confermare l'ergastolo per Bossetti". Lui protesta

Cronaca

Al via il processo di secondo grado per l'omicidio della ragazza di Brembate. L'accusa chiede il carcere a vita per il muratore di Mapello, che dà in escandescenze in aula: "Dice idiozie"

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Confermare l'ergastolo per Massimo Bossetti. E' questa la richiesta del sostituto pg di Brescia Marco Martani nel processo d'appello iniziato oggi, venerdì 30 giugno, per l'omicidio di Yara Gambirasio. Secondo il magistrato sono molti gli elementi che proverebbero la colpevolezza del muratore di Mapello. Dalla prova del Dna sarebbe arrivata la "assoluta certezza" della sua responsabilità, spiega in aula Martani, e da una serie di "circostanze e elementi indiziari", tra cui anche la "assenza di un alibi", la "sicurezza" di aver trovato il colpevole di quel "delitto terribile", dopo uno "sforzo unico nella storia investigativa italiana". Oltre al carcere a vita il pg ha chiesto anche 6 mesi di isolamento diurno per aver "incolpato" un collega, accusa caduta in primo grado.

Bossetti protesta in aula

Bossetti, che già più volte, seduto a fianco ai suoi legali, durante l'intervento di oltre 6 ore dell'accusa nella prima udienza d'appello, aveva manifestato segnali di nervosismo, ad un certo punto si è alzato per protestare contro il pg. "Viene qua a dire idiozie", ha detto, subito redarguito dal presidente della Corte Enrico Fischetti, riferendosi a Martani che stava parlando delle fibre trovate sul cadavere della 13enne "combacianti" con quelle dei sedili del suo furgone. Uno di quegli "indizi" a contorno della prova 'regina' dell'ormai famoso profilo genetico 'Ignoto 1', attribuito al muratore, figlio illegittimo di Giuseppe Guerinoni, autista di bus. Materiale genetico che venne rintracciato su slip e leggins della ragazzina, scomparsa da Brembate di Sopra il 26 novembre 2010 e il cui corpo venne trovato solo tre mesi dopo in un campo di Chignolo d'Isola.

 

Per il Pg prova del Dna schiacciante

Raramente, ha chiarito il pg, "ho visto dati statistici così rassicuranti sui livelli di probabilità come in questa indagine, qua infatti si può dire che non esiste tra miliardi di persone sulla terra un altro soggetto con il Dna attribuito a Bossetti". La difesa, invece, come evidenziato dal pg, tra le varie questioni riproposte in appello e le richieste di accertamenti come in una maxi perizia, ha messo nero su bianco anche la tesi "oltre il limite del grottesco di un Dna sintetico, costruito e messo a bella posta sul cadavere" per incastrare Bossetti, arrestato dopo quasi 4 anni dall'omicidio. Un delitto commesso dal muratore "per motivi che solo lui sa e potrebbe dire se volesse confessare, ma credo proprio che a questo punto non parlerà mai".

Restano le incertezze sul movente

Il pg ha anche 'smorzato' il movente delle "avances sessuali respinte", più nitido nelle motivazioni del primo grado, chiarendo che è solo una delle ipotesi. Come dimostrano le sue ricerche on line, ha detto Martani, Bossetti "non era insensibile al fascino delle ragazzine", ma "a bordo del furgone può essere successa qualsiasi cosa, anche una frase o un gesto di Bossetti può aver fatto reagire Yara e a quel punto lui ha perso la testa". Per Martani è "inutile fare troppe fantasie sul movente" e ciò che si sa è che il carpentiere è riuscito a vincere "le difese" della ragazzina e a farle accettare un passaggio di ritorno a casa dalla palestra.

La difesa presenta fotografie satellitari

Le fotografie satellitari del campo di Chignolo, poi, sfoderate dai legali come nuova carta in appello (per la difesa potrebbero dimostrare che il cadavere non rimase tre mesi la'), "le aveva anche la polizia giudiziaria e le ha ritenute irrilevanti". Oggi gli avvocati Salvagni e Camporini (parleranno il 6 e il 10 luglio) hanno depositato il file delle immagini e subito dopo il pg ha chiesto di acquisire quelle degli investigatori. "Un presunto colpo di scena che in realtà è nulla", ha affermato Andrea Pezzotta, legale della famiglia Gambirasio intervenuto con Enrico Pelillo. "Noi vogliamo solo che le regole si rispettino quando si fanno le indagini", ha risposto Salvagni.