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Fisco, Renato Soru assolto in appello: non c’era intenzione di evadere

Cronaca

In primo grado il fondatore di Tiscali era stato condannato a tre anni di reclusione con l’accusa di aver evaso 2,6 milioni di euro tramite la società inglese Andalas Ldt. “Sentenza senza pregiudizi, domani è un altro giorno”, ha detto uscito dall’aula

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Prima la sentenza di assoluzione, poi il lungo abbraccio con le figlie. È durata meno di mezz’ora la camera di consiglio che ha ribaltato la sentenza di primo grado per Renato Soru, fondatore di Tiscali ed ex segretario regionale sardo del Pd, condannato nel maggio 2016 in primo grado a tre anni di reclusione per evasione fiscale.

Assolto da cinque capi di imputazione

La Corte di Appello di Cagliari ha accolto in pieno la richiesta di assoluzione sollecitata dal sostituto procuratore generale Giancarlo Moi: per tre capi d'imputazione Soru è stato assolto perché il fatto non costituisce reato, per altri due perché il fatto non sussiste. L'evasione tributaria c'è stata, tanto che il patron di Tiscali ha chiuso il contenzioso fiscale pagando otre 7 milioni tra multe e interessi, ma si è trattato di errori e non c'era l'intenzione di evadere. Al momento della lettura della sentenza i familiari dell’europarlamentare Pd si sono lasciati andare ad un applauso e Soru ha abbracciato le figlie trattenendo a stendo l’emozione. "Questa sentenza ricostruisce i fatti con oggettività e senza pregiudizi, domani è un altro giorno", ha detto Soru appena uscito dall'aula.

L’inchiesta sulla società inglese

Il fondatore di Tiscali era stato condannato perché accusato di aver evaso 2,6 milioni di euro nell'ambito di un prestito fatto dalla sua società inglese Andalas Ldt a Tiscali. L'inchiesta era nata da un servizio di un programma di Michele Santoro sulle imprese italiane che avevano società estere, ma l'ex segretario regionale del Pd, assistito dagli avvocati Ennio Amodio e Fabio Pili, si è sempre difeso ammettendo l'errore e sostenendo con forza che aveva dichiarato alla Consob la società inglese.