Alta tensione dopo lo sgombero degli attivisti che protestano contro l'espianto degli ulivi e il progetto di approdo sulla costa. Operaio colto da malore dopo la sassaiola, scontro verbale tra sindaco e agenti
Sale la tensione al cantiere Tap di Foca di Melendugno, in Puglia, dove gli attivisti che protestano contro il progetto di approdo del gasdotto sulla costa stanno lanciando pietre all'interno della zona recintata dove sta avvenendo l'espianto degli ulivi. La protesta, dopo l'intervento della polizia che ha fatto allontanare i manifestanti che per tutta la notte hanno presidiato la zona, si è spostata nella parte esterna posteriore del cantiere. Durante la sassaiola, un operaio è stato colto da malore ed è stato portato via con un'ambulanza. L'interno del cantiere è presidiato da una squadra del reparto mobile 'Reggio Calabria'.
L’intervento della polizia - La polizia è presente in maniera massiccia e attraverso automezzi ha delimitato l'area prevista per il passaggio dei tir che trasportano gli ulivi espiantati. Gli attivisti - una trentina in tutto – seduti davanti ai cancelli sono stati trascinati via: una persona è stata colta da malore.
Secondo una prima ricostruzione, il sindaco di Melendugno, Marco Potì, stava rilasciando un'intervista ad una tv locale quando è stato invitato da funzionari di polizia ad allontanarsi per consentire il transito di camion. C'è stato uno scontro verbale tra sindaco e polizia, quindi gli agenti hanno circondato sindaco e alcuni manifestanti spingendoli fuori dall'area del cantiere.
L'espianto degli ulivi - Da questa mattina sono stati espiantati una quindicina di ulivi, che vengono trasportati dai tir tra i fischi dei manifestanti. Fino ad oggi sono 76 complessivamente gli alberi eradicati, ne rimangono altri 135. Gli ulivi vengono portati in una masseria poco distante e saranno poi reimpiantati da Tap nella stessa zona.