In occasione dell'inizio della primavera, Eataly lancia il Tiramisù Day. Ecco tutto quello che c'è da sapere su questo dessert che ha reso l'Italia famosa nel mondo
Dopo la Giornata Mondiale dedicata alla Pasta, alla Nutella e quella riservata al latte, voluta dalla Fao, Eataly ha deciso di dedicare il primo giorno di primavera al tiramisù. Il 21 marzo, infatti, in tutti i punti vendita della catena si festeggerà il Tiramisù Day. Questo dolce ha contribuito a rendere famosa l'Italia sulle tavole di tutto il mondo e la sua ricetta è oggetto di continue rivisitazioni, così come la storia delle sue origini.
La ricetta originale - Gli ingredienti necessari per la realizzazione del tiramisù tradizionale sono: mascarpone, uova, zucchero, savoiardi, caffè e cacao in polvere. Dopo aver montato i tuorli d'uovo con lo zucchero, si aggiungono il mascarpone e gli albumi precedentemente montati a neve. Preparata la crema, si inzuppano i savoiardi nel caffè e li si dispone in una teglia, creando degli strati intervallati dalla crema. A piacere, si può aggiungere del liquore.
Dov'è nato il tiramisù - Il primo nodo da sciogliere è proprio sul luogo che ha dato i natali al tiramisù. La tradizione vuole che sia nato a Treviso, da una rivisitazione dello “sbatudin”, un dolce povero ma sostanzioso, preparato con tuorlo d'uovo montato con lo zucchero. Alla fine degli anni '60 Giuseppe Maffioli, regista e appassionato di gastronomia, nel suo libro "La cucina trevigiana" descrisse l'abitudine diffusa nella regione di consumare lo zabaione accanto a biscotti secchi (i "baicoli") e panna montata. Il tiramisù come lo si conosce oggi fa invece la sua comparsa nel 1970: il dessert fu proposto per la prima volta nel ristorante Alle Beccherie di Treviso, con il pasticciere Loly Linguanotto che lo definì una "zuppa inglese al caffè".
Le influenze - Linguanotto aveva lavorato in Germania e, forse influenzato da quell'esperienza, era stato in grado di unire lo “sbatudin” alla zuppa inglese in un dolce al cucchiaio, tipico dei territori bavaresi. A questo mix lo chef aggiunse i savoiardi, biscotti originari della Francia meridionale che compaiono anche nella "Charlotte" e nel dolce "Torino", di cui c'è già traccia nel libro di Pellegrino Artusi, "La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene". Nel "Torino", possibile antenato del tiramisù, c'era anche il rosolio, intercambiabile con alchermes e rum. Dalla Lombardia fu importato invece l'uso del mascarpone, per un dolce che è una sintesi delle prelibatezze gastronomiche dell'Italia settentrionale
Il dibattito sulle origini - Le numerose influenze che hanno arricchito e perfezionato la ricetta del tiramisù, hanno creato una vera e propria contesa riguardo la sua storia. Alcuni indicano nella "zuppa del duca", dolce senese dedicato a Cosimo III de’Medici, il progenitore più antico: ma la ricetta, che non comprende mascarpone e savoiardi, si avvicina di più a quella della zuppa inglese. Altri indicano la città di Torino come patria del tiramisù, dolce che sarebbe stato inventato per "tirare su" Camillo Benso conte di Cavour. Nel Nord-Est, invece, ancora si dibatte sul ristorante - trevigiano o friulano - che ha davvero dato il via a questa tradizione culinaria.
L'opinione degli esperti - Clara e Gigi Padovani, autori del libro "Tiramisù – Storia, curiosità, interpretazioni del dolce italiano più amato" (Giunti), hanno effettuato varie ricostruzioni storiche, arrivando alla conclusione che il dolce sarebbe nato a Pieris (Gorizia) e poi perfezionato a Tolmezzo (Udine). In collaborazione con i due giornalisti, Eataly ha annunciato la notizia organizzando il Tiramisù Day: per la prima edizione saranno coinvolti tutti i 34 i Paesi dove è presente la catena del cibo made in Italy. L'evento sarà l'occasione per raccontare tutti gli aneddoti nati attorno a questo dessert simbolo della cucina italiana.