Neuromed e Gemelli Molise, 'costretti a dimettere pazienti'

Molise

Manca firma accordo contrattuale, stop da Regione a pagamenti

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(ANSA) - CAMPOBASSO, 03 DIC - I 'complicati' rapporti tra la Struttura commissariale del Molise, al cui vertice c'è il presidente della Regione, Donato Toma, e i Centri sanitari privati convenzionati, tornano di nuovo in cronaca. Nelle ultime ore si è registrata infatti la presa di posizione dell'Irccs 'Neuromed' di Pozzilli (Isernia) e del 'Gemelli Molise' di Campobasso che hanno annunciato di essere costretti a dimettere i pazienti ricoverati, circa 250 in totale.
    In particolare il 'Neuromed', in una nota inviata alla delegazione parlamentare molisana, ha segnalato di "chiudere la struttura, non eseguire più le prestazioni sanitarie e sospendere, senza alcuna retribuzione, tutto il personale, circa mille addetti". Motivo della drastica decisione, il contenuto di una comunicazione della Direzione generale della Salute della Regione, nella quale è scritto che "non si provvederà ad accettare e contabilizzare le fatture emesse e afferenti alle prestazioni di assistenza ospedaliera e specialistica ambulatoriale erogate nell'ultimo bimestre 2022".
    Questo perché l'accordo contrattuale per le strutture private convenzionate, sulla base di un Decreto del Commissario ad Acta dello scorso ottobre, non è stato firmato. "Evidentemente - scrive il Neuromed - è sfuggita la gravità delle conseguenze di quanto imposto nella comunicazione", evidenziando nel contempo che "in questi giorni sono stati programmati centinaia di interventi chirurgici per tumori cerebrali" ed altre patologie, e "prenotati migliaia di esami diagnostici, oltre a numerose prestazioni ambulatoriali per pazienti che hanno subito interventi chirurgici presso il nostro Istituto".
    Nella nota inviata ai parlamentari viene chiesto di "fornire disposizioni, per quanto di rispettiva competenza, su come operare, addebitando sin da ora alla Struttura commissariale qualunque danno risultasse arrecato alla salute dei ricoverati".
    (ANSA).
   

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