Musica: Camerata della Concertgebouw Orchestra a Reggio E.

Emilia Romagna
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Domani al Teatro Valli con brani di Mozart e Schubert

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(ANSA) - REGGIO EMILIA, 07 GEN - La Fondazione I Teatri di Reggio Emilia inizia il 2023 portando sul palcoscenico del Teatro Valli, domani, domenica 8 gennaio alle 20.30, la Camerata RCO, un ensemble cameristico formato da strumentisti della Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam.
    In programma due monumenti della letteratura cameristica: il Quintetto con clarinetto in la maggiore Kv 581 "Stadler" di Mozart e l'Ottetto per fiati e archi in fa maggiore, Op. 166, di Schubert. Il Quintetto Kv 581 nasce dalla conoscenza dello strumentista Anton Stadler, virtuoso di straordinaria abilità che svelò a Mozart le potenzialità espressive del clarinetto, e di cui il quintetto, vertice dell'intera produzione mozartiana in questo campo, porta il nome.
    Benché la vita personale di Mozart in quel periodo (1789) fosse segnata da gravi difficoltà economiche, nulla di ciò traspare in questo suo ultimo lavoro cameristico, pervaso da una quieta serenità, e capace di giungere a momenti di estatica contemplazione. Modellato sul Settimino di Beethoven, l'Ottetto di Schubert (con analogo organico e un violino in più: clarinetto, fagotto, corno, due violini, viola, violoncello, contrabbasso) venne composto rapidamente nel 1824: articolato in sei movimenti, è un lavoro di ampie dimensioni che rispecchia il volto più lirico e romanticamente cantabile di Schubert.
    La Camerata RCO nasce dalla volontà dei musicisti di estendere la loro condivisa e consolidata esperienza di professori d'orchestra anche al campo della musica da camera. La straordinaria flessibilità degli organici con cui la Camerata RCO si propone, permette di esplorare l'intera gamma della letteratura musicale, dal Barocco alla musica contemporanea.
    Così si raccontano i suoi membri: "Amiamo immensamente suonare nella nostra Orchestra, ma vogliamo ampliare questa gioia del fare musica insieme anche esibendoci in ensemble cameristici.
    Non soltanto il repertorio è differente, ma anche la sensazione del far musica da camera è più personale e intima. Amiamo inoltre stabilire un contatto molto stretto con il pubblico, è uno scambio di energia che ci ispira particolarmente". (ANSA).
   

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