Un anno di politica in Emilia-Romagna

Emilia Romagna

Le elezioni cambiano lo scenario, verso il congresso del Pd

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(ANSA) - BOLOGNA, 28 DIC - ELEZIONI: IL 25 SETTEMBRE LA DESTA VINCE ANCHE IN E-R Il 25 settembre è stata la data spartiacque della politica italiana: le elezioni politiche hanno infatti ridisegnato gli equilibri, consegnando una netta maggioranza alla coalizione di centrodestra guidata da Giorgia Meloni. Il centrosinistra ha perso anche in Emilia-Romagna: la coalizione, infatti, ha preso tre punti in meno rispetto al centrodestra e ha perso la sfida dei collegi, finita 3-2 alla Camera e 6-5 al Senato.
    L'Emilia-Romagna, nonostante questo, rimane il luogo dove il Pd e il centrosinistra (36%) tengono meglio e dove il centrodestra (39%) sfonda di meno. E' l'unica regione dove il Pd rimane il primo partito.
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    NASCE IL GOVERNO MELONI, BERNINI MINISTRA DELL'UNIVERSITÀ Nel governo guidato da Giorgia Meloni, l'Emilia-Romagna è rappresentata da Anna Maria Bernini, che torna al governo come ministra dell'Università, dopo essere già stata titolare delle politiche europee nella parte finale dell'ultimo governo Berlusconi. Il leader regionale di Fratelli d'Italia Galeazzo Bignami entra nella compagine governativa con un posto da viceministro alle infrastrutture e ai trasporti.
    L'Emilia-Romagna esprime anche due sottosegretari, entrambi al ministero della cultura: si tratta di Lucia Borgonzoni della Lega e del critico d'arte ferrarese Vittorio Sgarbi.
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    SI RINNOVA LA PATTUGLIA PARLAMENTARE CON MOLTI SINDACI Le elezioni del 25 settembre hanno profondamente rinnovato la pattuglia parlamentare, che si è peraltro notevolmente assottigliata, visto la riduzione del numero dei deputati e senatori. Molto rappresentati sindaci ed ex sindaci: arrivano infatti alla Camera dei deputati i primi cittadini uscenti di Bologna e Rimini Virginio Merola e Andrea Gnassi, di Coriano Domenica Spinelli, ma anche la sindaca di Correggio Ilenia Malavasi. Tornano in parlamento anche Andrea De Maria (Pd), Tommaso Foti e Galeazzo Bignami (Fdi), Jacopo Morrone (Lega) e Matteo Richetti che è passato ad Azione.
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    PIER FERDINANDO CASINI IN CORSA PER IL QUIRINALE A fine gennaio 2022 il Parlamento in seduta congiunta ha rieletto Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica. Ma l'elezione è stata travagliata, vista anche l'iniziale indisponibilità a un bis del capo dello Stato. Nei giorni convulsi, di accordi e trattative, per individuare una personalità per sostituirlo, il nome di Pier Ferdinando Casini è stato a lungo fra quelli in pole position: sarebbe potuto diventare il primo emiliano-romagnolo a ricoprire la carica più importante dello Stato. Casini si è poi ritirato dalla corsa, favorendo il bis di Mattarella. Alle elezioni del 25 settembre è stato poi ricandidato dal centrosinistra nel collegio senatoriale di Bologna ed eletto.
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    IL PD VERSO IL CONGRESSO, È DERBY FRA BONACCINI E SCHLEIN La sconfitta elettorale del Pd ha portato al congresso che si terrà nei primi mesi del 2023. Le primarie saranno il 19 febbraio e, se tutte le previsioni saranno rispettate, sarà un derby fra il presidente della Regione Stefano Bonaccini ed Elly Schlein, che fino alle politiche, quando è stata eletta alla Camera, era la sua vice. Propongono due visioni diverse di quello che dovrà essere il partito, ma certificano anche il fatto (insieme all'altra candidata, la piacentina Paola De Micheli) che l'Emilia-Romagna è la terra dove il partito mantiene una sua vitalità, a differenza di moltissime altre zone d'Italia.
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    A PARMA FINISCE L'EPOCA PIZZAROTTI, GUERRA è IL NUOVO SINDACO A giugno, a Parma, è finita l'epoca di Federico Pizzarotti, primo sindaco eletto con il Movimento 5 Stelle, poi grande contestatore di Beppe Grillo ed espulso, che non si è potuto ricandidare dopo aver completato due mandati. Il suo successore, Michele Guerra, arriva in stretta continuità con Pizzarotti, del quale è stato assessore alla cultura e fra i principali promotori del progetto di Parma capitale della cultura.
    Sostenuto anche dal Pd, Guerra preso il 44% al primo turno, poi ha stravinto (con il 66%) il ballottaggio contro l'ex sindaco Pietro Vignali, candidato da Lega e Forza Italia, ma non sostenuto da Fratelli d'Italia.
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    LA SINISTRA RICONQUISTA PIACENZA CON KATIA TARASCONI Dopo cinque anni di governo del centrodestra, il centrosinistra riconquista Piacenza. Lo fa, sempre alle amministrative di giugno con la consigliera regionale del Pd Katia Tarasconi che in un ballottaggio tutto al femminile, ha battuto con il 53% la sindaca uscente Patrizia Barbieri. Tarasconi era risultata in vantaggio, di due lunghezze (38 a 36) anche al primo turno contro Barbieri, sostenuta compattamente dalla coalizione di centrodestra con la quale aveva governato la città nei cinque anni precedenti.
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    PER IL PD ARRIVANO LE RIVINCITE ANCHE A BUDRIO E RICCIONE Due Comuni non capoluogo, ma dal forte valore simbolico, hanno fatto cantare vittoria al centrosinistra e al Pd alle elezioni comunali di giugno, quando Daniela Angelini a Riccione e Debora Badiali a Budrio, hanno vinto le elezioni, già primo turno. Si trattava di due Comuni che per decenni erano state roccaforti inespugnabili del centrosinistra: Riccione era però stata conquistata dalla destra, mentre a Budrio, cinque anni fa, un candidato civico aveva conquistato la guida dell'amministrazione. (ANSA).
   

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