Per i parametri dell'agenda Onu serve riduzione del 60%
La qualità dell'aria in Emilia-Romagna rappresenta uno degli aspetti più critici in vista del raggiungimento degli obiettivi per il clima fissati dall'Agenda Onu 2030 e qualora venisse approvata la proposta da parte della Commissione europea di modificare le direttive sulla qualità dell'aria con obiettivi più stringenti, proprio l'Emilia-Romagna risulterebbe fuori target per alcuni decisivi parametri relativi alle polveri sottili. Lo fa sapere Legambiente Emilia-Romagna in vista del nuovo Piano Aria Integrato Regionale (Pair 2030), che guiderà le politiche per la riduzione dell'inquinamento atmosferico fino alla fine del decennio in corso e che dovrà tenere conto delle misure oggetto di discussione in questi mesi a livello europeo.
La proposta, presentata lo scorso 26 ottobre, aggiorna le soglie per gli inquinanti atmosferici, abbassandole rispetto alle attuali linee guida. Le nuove soglie per gli inquinanti si pongono obiettivi intermedi al 2030 per arrivare a emissioni zero nel 2050.
Per l'Emilia-Romagna, il superamento di soglia più critico si avrebbe per i parametri relativi alle Pm2.5, che dovrebbero ridursi del 60% in 7 anni, mentre per le Pm10 sarebbe necessario una riduzione del 16% nello stesso arco di tempo. Dato preoccupante, secondo Legambiente: se i nuovi parametri fossero applicati all'anno che sta per terminare, tre sarebbero le città in stato di allerta per concentrazione di polveri sottili: Bologna, Reggio Emilia e Modena, che tra il 18 e il 20 febbraio hanno superato la concentrazione media giornaliera di 50μg/m3 di pm2.5 per tre giorni consecutivi. (ANSA).