Fabrizio Maiello racconta la sua storia al Garante E-R
(ANSA) - BOLOGNA, 02 LUG - "Quando entra un nuovo ragazzo in carcere, gli chiedono 'che reato hai fatto' e 'sai giocare a pallone?' Io, anche con il mio ginocchio, facevo la differenza, mi chiamavano il Maradona delle carceri". Lo racconta Fabrizio Maiello, che ha passato 24 anni in carcere, al Garante regionale dei detenuti Roberto Cavalieri nel podcast 'Le mie prigioni', realizzato dal Servizio informazione dell'Assemblea legislativa.
A 18 anni Fabrizio era una promessa del calcio, giocava nelle giovanili del Milan, ma dopo un infortunio al ginocchio finisce nel giro della criminalità. "Senza pallone non ero niente" e così, dalla droga alle rapine fino al tentato sequestro di Gianfranco Zola, Fabrizio passa 10 anni in carcere e 14 in quelli che un tempo si chiamavano ospedali psichiatrici giudiziari. Nel podcast racconta l'inferno vissuto in quei luoghi dove convivevano "grandi criminali, le vere belve, e i poveracci". Ed è nell'ex Opg di Reggio Emilia che il pallone, ma non solo quello, lo aiuta a rinascere. Fabrizio sfiora il guinness dei primati per il numero di palleggi, anche se "il vero record è stato Giovanni", suo vicino di cella, che dentro quel carcere stava morendo e che lui ha aiutato per cinque anni.
Oggi Fabrizio non è più un detenuto. Scontata la pena, lavora per una cooperativa di giardinaggio e fa molta attività nelle scuole, incontrando gli studenti per parlare degli aspetti negativi del bullismo.
Sulla storia di Fabrizio è uscito un libro fotografico ed è in programma un documentario, con la regia di Luca Guardavascio, musiche di Francesco Baccini. Il podcast è disponibile sui canali Spreaker e Spotify dell'Assemblea legislativa. (ANSA).