Infanzia: in Emilia-Romagna inglese dal nido per 13.900 bimbi

Emilia Romagna

Bonaccini, dovrebbe diventare una politica nazionale

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(ANSA) - BOLOGNA, 17 MAG - Dal prossimo anno scolastico, in 262 nidi e in 38 scuole dell'infanzia dell'Emilia-Romagna i bambini e le bambine cominceranno a imparare l'inglese, 13.900 quelli coinvolti. La Regione ha deciso di stanziare risorse per triplicare il progetto sperimentale avviato già quest'anno "Sentire l'inglese", che ha già visto partecipare 75 nidi, 3500 bimbi e 525 operatori, un'esperienza unica in Italia per estensione territoriale e numeri.
    L'obiettivo è avvicinare i più piccoli a un'altra lingua, riconoscendone prima il suono, poi imparando a collegare le parole agli oggetti più comuni, in un contesto di gioco.
    "I bambini di oggi quando entreranno un domani nel mercato del lavoro o della ricerca saranno più forti se una lingua straniera la conosceranno al pari o quasi della lingua madre- ha commentato il presidente dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, facendo il punto sul progetto-pilota, al nido Mazzoni di Bologn a- credo che dovrebbe essere una politica nazionale, non lasciata alla buona volontà di una singola regione".
    Volontà che è quella di portare nei prossimi anni l'inglese in tutti i nidi e in tutte le scuole dell'infanzia del territorio. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Scienze dell'Educazione dell'Università di Bologna, che si è occupato della formazione degli educatori: saranno oltre 1800 quelli coinvolti nel prossimo anno scolastico.
    Per la vice-presidente della Regione con delega al Welfare, Elly Schlein "l'esperienza sta funzionando bene, è utile anche per l'inclusione sociale. Se ci si abitua da subito a un ambiente plurilingue, si rendono più solide le capacità di apprendimento future dei bambini". Bonaccini ha colto l'occasione per ribadire l'impegno della Regione sull'azzeramento delle liste d'attesa ai nidi: "E' vero che siamo una delle regioni in Europa con più posti nei nidi, ma c'è una percentuale di famiglie che è rimasta fuori, bisogna sempre migliorare". (ANSA).
   

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