Teatro: la Norma di Bellini al Regio di Parma dopo 20 anni

Emilia Romagna

Dal 18 marzo con Angela Meade nei panni della sacerdotessa

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(ANSA) - PARMA, 16 MAR - L'opera di Vincenzo Bellini, "Norma, tragedia lirica in due atti su libretto di Felice Romani, torna sul palcoscenico del Teatro Regio di Parma dopo 20 anni, il 18 marzo alle 20 (repliche il 20, 25 e 27). Sesto Quatrini dirige l'opera per la prima volta sul podio dell'Orchestra Filarmonica Italiana e del Coro del Teatro Regio preparato da Martino Faggiani, con la regia di Nicola Berloffa, le scene di Andrea Belli, i costumi di Valeria Donata Bettella. Protagonisti Angela Meade (Norma), Stefan Pop (Pollione), Michele Pertusi (Oroveso), Carmela Remigio (Adalgisa).
    Composta per il debutto al Teatro alla Scala, dove l'impresario Giuseppe Crivelli mirava ad assicurarsi un titolo belliniano per l'inizio della stagione dopo i successi milanesi de Il pirata, La straniera, I Capuleti e i Montecchi e La sonnambula, l'opera fu rappresentata il 26 dicembre 1831 con Giulia Grisi e Giuditta Pasta e Domenico Donzelli tra i protagonisti.
    L'allestimento firmato da Nicola Berloffa ambienta la vicenda nel XIX secolo, nel periodo delle lotte e delle rivoluzioni indipendentiste che hanno segnato l'Europa. "Sullo sfondo di una guerra continua - scrive il regista Nicola Berloffa - osserviamo i detriti di una società vinta e conquistata. Da un lato troviamo i Galli sconfitti che vivono reclusi in un palazzo ottocentesco incendiato e devastato, ultime vestigia di un potere perduto. Nessun druido con la barba, ma vecchi generali e soldati attaccheranno con le poche forze restanti Norma cercando di estorcerle il segnale atto a una agognata e penosa nuova Rivoluzione. In questo adattamento si è spostata l'azione del dramma verso un Ottocento europeo", ma "sono state rispettate assolutamente le dinamiche conflittuali tra vincitori e vinti, i deliri amorosi e le gelosie uterine delle eroine belliniane".
    "I temi suggeriti dal libretto potrebbero portarci a una facile attualizzazione, ma questo non è necessario perché la scrittura musicale di Bellini riesce in modo moderno a farci scoprire personaggi che, una volta liberati dai numeri di parata, provano sentimenti umani. Che sono gli stessi che proviamo noi oggi". (ANSA).
   

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